Tassa e spendi, Giorgetti e la legge di bilancio

- Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, ha recentemente annunciato che la prossima legge di bilancio richiederà sacrifici da parte di tutti, suscitando reazioni contrastanti all'interno del governo. Giorgetti ha sottolineato che, a causa della mancanza di fondi e dell'impossibilità di aumentare ulteriormente il deficit, sarà necessario aumentare le tasse per coprire le spese, sia vecchie che nuove. Questo annuncio ha generato confusione e tensioni tra gli alleati di governo, con Forza Italia che si è dichiarata contraria a nuove imposte e Matteo Salvini che ha negato qualsiasi aumento delle tasse.

Il Tesoro, in una nota diffusa giovedì sera, ha cercato di chiarire la situazione, spiegando che lo sforzo richiesto non sarà rivolto agli individui, ma alle grandi imprese che operano in settori che hanno beneficiato di condizioni favorevoli esterne. Tuttavia, questa precisazione non è riuscita a placare le polemiche. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha espresso preoccupazione per l'ipotesi di tassare gli extraprofitti delle banche, sostenendo che ciò potrebbe limitare l'accesso al credito, in particolare per le piccole banche.

Tajani ha inoltre criticato l'idea di regionalizzare l'export, definendola un errore. Queste dichiarazioni hanno ulteriormente agitato le acque all'interno del governo, già alle prese con tensioni su altri fronti, come la proposta di legge sullo Ius Scholae e le polemiche sul voto in Austria. La situazione appare complessa e in continua evoluzione, con i vari attori politici che cercano di trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio e le pressioni interne ed esterne.

In questo contesto, la figura di Giorgetti emerge come quella di un realista che, pur consapevole delle difficoltà, cerca di affrontare la situazione con pragmatismo. Tuttavia, la sua posizione ha inevitabilmente sollevato critiche e resistenze, evidenziando le profonde divisioni all'interno della maggioranza di governo. La prossima legge di bilancio si preannuncia quindi come un banco di prova cruciale per la tenuta dell'esecutivo e per la capacità di trovare soluzioni condivise e sostenibili.

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