Processo Ambiente Svenduto, annullata la sentenza di primo grado, tutto da rifare

- La Corte d'Assise d'Appello di Lecce ha annullato la sentenza di primo grado del processo "Ambiente Svenduto", riguardante l'inquinamento ambientale causato dall'ex Ilva di Taranto. La decisione è stata presa in quanto i giudici di Taranto, avendo subito i danni dell'inquinamento, potrebbero trarre vantaggio dalla sentenza di condanna. Gli atti sono stati trasmessi al Tribunale di Potenza, che dovrà riprendere il processo da capo.

Il processo "Ambiente Svenduto" rappresenta uno dei casi più significativi di disastro ambientale in Italia. L'ex Ilva di Taranto, sotto la gestione del gruppo Riva, è stata accusata di aver provocato un grave inquinamento ambientale, con conseguenze devastanti per la salute pubblica e l'ambiente. La sentenza di primo grado aveva condannato 37 imputati e tre società per il presunto disastro ambientale, ma ora tutto è stato annullato.

La decisione della Corte d'Assise d'Appello di Lecce ha suscitato molte polemiche e preoccupazioni. Il rischio è che la prescrizione possa cancellare buona parte dei reati contestati, rendendo vano il lungo e complesso lavoro svolto fino ad ora. Il processo dovrà ripartire da zero a Potenza, con tutte le difficoltà e i ritardi che ciò comporta.

Il caso dell'ex Ilva di Taranto è emblematico delle difficoltà che il sistema giudiziario italiano incontra nel perseguire i reati ambientali. La complessità delle indagini, la necessità di competenze tecniche specifiche e i tempi lunghi dei processi rendono spesso difficile ottenere giustizia per le vittime dell'inquinamento. Inoltre, la prescrizione rappresenta un ulteriore ostacolo, che rischia di vanificare gli sforzi compiuti.

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