Voto europeo sull'Ucraina, le coalizioni sono puzzle

- Il voto del Parlamento europeo sulla guerra in Ucraina ha scatenato un terremoto politico in Italia. La decisione di estendere l'uso delle armi Nato nel conflitto ha messo in luce le profonde contraddizioni all'interno delle coalizioni italiane. Non si tratta di un semplice dibattito di politica estera, ma di una questione cruciale che riguarda il posizionamento dell'Italia in un conflitto che vede l'Occidente schierato con l'Ucraina contro la Russia e i suoi alleati.

Il Comitato Empoli per la pace, presente ad Assisi per l'incontro dei costruttori di pace, ha espresso preoccupazione per il voto del Parlamento europeo. Secondo il comitato, l'estensione dell'uso delle armi Nato nel conflitto ucraino-russo è estremamente pericolosa. Subito dopo il voto, l'Ucraina ha lanciato un massiccio attacco con 100 missili drone contro un deposito di munizioni a Toropets, in territorio russo, a 500 km dal confine ucraino.

Il voto ha anche incrinato l'alleanza del governo Meloni. La Lega, con un doppio "no" al testo finale, si è trovata a fianco del M5S e dei Verdi, storicamente contrari all'invio di armi italiane a Zelensky. Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, ha definito "sconcertante" il via libera dell'Europarlamento all'Ucraina per l'utilizzo di armi straniere per colpire obiettivi militari in Russia. Salvini ha ribadito che il governo italiano è compatto nel sostenere l'invio di armi difensive all'Ucraina, ma non per colpire in territorio russo, avvicinandosi così alla Terza Guerra Mondiale.

La politica italiana è costretta a fare i conti con le proprie contraddizioni interne. Il voto del Parlamento europeo ha messo in evidenza le divergenze tra i partiti della coalizione di governo e ha sollevato interrogativi sul futuro della politica estera italiana. La questione dell'invio di armi all'Ucraina è diventata un banco di prova per la tenuta delle alleanze politiche in Italia.

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