Venerdì nero per le borse mondiali

Le borse mondiali hanno vissuto un venerdì nero, con un'ondata di panic selling che ha colpito tutti i mercati, partendo dall'Asia e arrivando fino all'Europa e agli Stati Uniti. La giornata si è conclusa con forti perdite, in particolare per il settore tecnologico.

La seduta è iniziata con un pesante calo dei mercati asiatici. Tokyo ha registrato una flessione del 5,8%, il secondo peggior calo della sua storia dopo quello del 1987. Questo ha innescato una reazione a catena che ha coinvolto anche i mercati europei e americani.

In Europa, Milano è stata la piazza peggiore, con il FTSE MIB che ha chiuso in calo del 2,55%, bruciando oltre 20 miliardi di capitalizzazione. Anche Francoforte, Londra e Parigi hanno subito significative perdite, rispettivamente del 2,33%, 1,31% e 1,61%.

Negli Stati Uniti, gli investitori si sono spostati su titoli difensivi, mentre le azioni tecnologiche hanno guidato i ribassi. Il Nasdaq ha registrato una discesa del 3%, il calo più significativo degli ultimi due anni. Il colosso dei chip Intel ha perso il 27% dopo risultati trimestrali deludenti e annunci di tagli alla forza lavoro.

Le cause di questo crollo sono molteplici: dati negativi sull'occupazione americana, timori di recessione e incertezze sulle future mosse della Federal Reserve riguardo ai tassi di interesse. Questi fattori hanno contribuito a creare un clima di incertezza e sfiducia tra gli investitori, portando a una giornata da dimenticare per i mercati finanziari globali.

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