Milano, 3 ott. – In Medio Oriente si rischia una “escalation incontrollabile”, che “non è nell’interesse di nessuno”. Pertanto, “invitiamo tutti…
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- L'attacco missilistico lanciato dall'Iran contro Israele martedì scorso, pur non avendo causato danni rilevanti, ha comportato un costo significativo per Teheran, stimato intorno ai 200 milioni di dollari, equivalenti a poco meno di 200 milioni di euro. Questo attacco, che ha visto l'impiego di 181 missili balistici, è stato in gran parte neutralizzato dal sistema di difesa aerea israeliano, supportato dalla collaborazione degli Stati Uniti, i cui cacciatorpediniere missilistici hanno intercettato 12 dei missili lanciati.
Il sistema difensivo israeliano, sebbene non perfetto, ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia, ma a un costo molto più elevato rispetto a quello sostenuto dall'Iran per l'attacco. Secondo un'analisi del Jerusalem Post, basata su dati forniti dalle forze di difesa israeliane (IDF), la spesa per la difesa è stata infatti doppia rispetto a quella dell'attacco iraniano.
Nel contesto di queste tensioni crescenti, l'Iran ha accelerato i suoi sforzi per sviluppare un'arma nucleare, suscitando timori in tutto il Medio Oriente. Un rapporto del New York Times ha esaminato il periodo di tempo necessario all'Iran per costruire un'arma nucleare, qualora venissero prese decisioni a livello governativo. Questo scenario ha alimentato speculazioni su possibili raid israeliani contro le installazioni nucleari iraniane, con l'obiettivo di prevenire la realizzazione di un arsenale atomico da parte di Teheran.
Il massiccio attacco del 1° ottobre, il secondo di quest'anno dopo quello di aprile, ha visto l'impiego di circa 450 vettori, tra cui droni, missili da crociera, missili balistici e ipersonici. Per Teheran, questa operazione militare è stata una risposta all'omicidio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, e del leader di un'altra fazione palestinese. La reazione israeliana, secondo alcune fonti, potrebbe includere attacchi mirati alle installazioni petrolifere iraniane, oltre a raid simbolici contro parti minori dell'apparato nucleare iraniano.
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