Mafia e politica nel Trapanese, le intercettazioni che incastrano Papania

- Il blitz delle forze dell'ordine tra Alcamo e Calatafimi ha portato alla luce dinamiche inquietanti sul rapporto tra mafia e politica nel Trapanese. L'operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Trapani e Palermo e coordinata dalla Dda, ha portato all'arresto di dieci persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo mafioso, traffico di influenze, violazione di segreto d'ufficio e porto e detenzione illegale di armi.

Tra gli arrestati figura l'ex senatore del Pd Antonino Papania, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. Le intercettazioni rivelano un legame stretto tra Papania e la famiglia mafiosa alcamese, con il boss che affermava: "Sono amico del senatore, questi soldi li manda lui, dobbiamo dare il voto a questo...". Papania, nostalgico dei "vecchi tempi", lamentava la mancanza di "persone serie" e di un "mondo collaterale" che, seppur deprecabile, aveva un suo senso.

L'operazione ha documentato come Papania, impegnato nella caccia ai consensi per le elezioni regionali, si sia rivolto alla famiglia mafiosa alcamese, guidata da Francesco Coppola, per ottenere voti in cambio di denaro. Nonostante gli sforzi, il candidato sostenuto da Papania, Angelo Rocca, non è riuscito a ottenere un risultato utile, fermandosi a 3.361 preferenze.

Questo caso mette in luce la persistenza di connubi affaristico-mafiosi nel panorama politico italiano, evidenziando come la mafia continui a influenzare le dinamiche elettorali attraverso metodi illeciti. Le intercettazioni rappresentano una prova schiacciante del coinvolgimento di Papania e della sua rete di contatti mafiosi, dimostrando come il potere politico possa essere manipolato e corrotto da interessi criminali.

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