Netanyahu ordina bombardamenti su Beirut

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- Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha scatenato una nuova ondata di violenza in Medio Oriente, ordinando bombardamenti su Beirut subito dopo aver dichiarato all'ONU di volere la pace. L'attacco, mirato a colpire il leader di Hezbollah, ha causato la distruzione di sei edifici con l'uso di bombe anti-bunker, provocando una strage che ha ulteriormente infiammato la regione. Netanyahu, nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha affermato che i raid contro Hezbollah in Libano continueranno, così come la guerra a Gaza, fino alla vittoria totale. Tuttavia, molti esperti militari ritengono che tali obiettivi siano irrealistici e puramente propagandistici.

Nei giorni precedenti l'attacco, Netanyahu e il ministro della Difesa, Yoav Gallant, avevano discusso a lungo con alti funzionari della sicurezza riguardo ai piani per eliminare Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Mentre Gallant spingeva per un'azione immediata, Netanyahu aveva inizialmente deciso di prendersi del tempo per riflettere. Tuttavia, alla vigilia dell'attacco, una riunione di gabinetto in teleconferenza ha dato a entrambi l'autorizzazione a procedere con l'operazione.

Il discorso di Netanyahu all'ONU, durato trenta minuti, è stato caratterizzato da toni accesi e dichiarazioni controverse. Numerosi delegati hanno abbandonato l'aula in segno di protesta, ma il primo ministro israeliano ha proseguito imperterrito, ribadendo la sua determinazione a combattere Hezbollah e Hamas fino alla vittoria finale. Le sue parole, tuttavia, sono state accolte con scetticismo da molti osservatori internazionali, che vedono in esse un tentativo di giustificare ulteriori azioni militari nella regione.

L'attacco su Beirut rappresenta un'escalation significativa nel conflitto tra Israele e Hezbollah, con il rischio di una guerra totale sempre più concreto. La situazione in Medio Oriente, già tesa, rischia di precipitare ulteriormente, con conseguenze imprevedibili per la stabilità della regione.

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