Referendum cittadinanza, corsa contro il tempo per le firme

- Il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza è ripartito quest’estate. Dopo l’oro alle Olimpiadi della nazionale di volley femminile, trascinata da giocatrici simbolo come Paola Egonu e Myriam Sylla, il tema è tornato alla ribalta. Il ct Julio Velasco ha ricordato che Egonu e Sylla sono diventate italiane prima di compiere 18 anni, quando lo sono diventati i loro genitori. Altrimenti, non avrebbero potuto giocare in Nazionale.

Il referendum sulla cittadinanza è stato lanciato da +Europa e una serie di associazioni. Non chiede di introdurre lo Ius scholae o lo Ius soli, ma di accorciare il tempo minimo di residenza in Italia per ottenere la cittadinanza, da dieci a cinque anni. Le firme raccolte sono quasi 150mila, ma c'è tempo solo fino al 30 settembre per superare le 500mila.

La norma che disciplina le modalità di acquisizione della cittadinanza italiana risale al 1992. Un periodo in cui il fenomeno migratorio era molto diverso da oggi. La legge 5 Febbraio 1992, n. 91, stabilisce che un cittadino straniero può richiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di residenza legale e continuativa in Italia. Tuttavia, le dinamiche sociali e demografiche sono cambiate notevolmente negli ultimi decenni.

Il referendum propone di ridurre questo periodo a cinque anni, rendendo più facile per gli stranieri integrarsi e partecipare attivamente alla vita del paese. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto significativo sulla vita di molte persone che vivono e lavorano in Italia da anni, ma che non hanno ancora ottenuto la cittadinanza.

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