Israele colpisce la Siria: escalation di tensione nel Medio Oriente

- Nella notte tra domenica e lunedì, Israele ha lanciato una serie di attacchi aerei contro obiettivi in Siria, segnando una delle operazioni militari più violente degli ultimi anni. Gli attacchi, condotti in quattro ondate successive, hanno colpito le città di Hama, Homs, Tartus e Damasco, causando almeno 25 morti e 19 feriti. Tra le vittime si contano soldati, agenti dell'intelligence, membri del gruppo filo-iraniano Hezbollah e di altre milizie legate all'Iran, oltre a diversi civili.

L'operazione israeliana sembra essere una risposta diretta alle crescenti attività militari iraniane nella regione. Teheran, infatti, ha intensificato il suo supporto a gruppi armati come Hezbollah, che continua a lanciare razzi e missili verso il nord di Israele. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di milizie filo-iraniane in Siria, che rappresentano una minaccia costante per lo Stato ebraico.

Il raid israeliano ha colpito in particolare Masyaf, sede di un importante istituto di ricerca scientifica, causando danni significativi. Questo attacco è stato descritto come il più violento dall'inizio della guerra a Gaza, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani. La scelta di colpire Masyaf non è casuale: l'istituto è ritenuto un centro nevralgico per lo sviluppo di armi avanzate, utilizzate dalle forze filo-iraniane.

La reazione di Teheran non si è fatta attendere. L'Iran ha minacciato ritorsioni, promettendo una risposta adeguata agli attacchi israeliani. Questa escalation di tensione rischia di destabilizzare ulteriormente una regione già segnata da conflitti e instabilità. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno espresso frustrazione per l'andamento degli eventi, ma al momento non sembrano intenzionati a intervenire direttamente.

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