A due anni dalla tragedia della Marmolada, oggi cosa si vede? “Il buco sul ghiacciaio. In…
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Ricordo della tragedia della Marmolada, due anni dopo
Il 3 luglio 2022, la tranquillità della Marmolada fu interrotta da un evento catastrofico. Un distacco improvviso di 63.300 metri cubi di ghiaccio e roccia ha travolto e ucciso 11 alpinisti. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha sottolineato come il ricordo di questo evento sia ancora vivo e forte, come la cicatrice del ghiacciaio che rimane ben visibile nonostante la neve.
Tra gli otto sopravvissuti alla tragedia, Alessandra De Camilli ricorda vividamente quel terribile giorno. Racconta di un rumore fortissimo seguito da enormi blocchi di ghiaccio che cadevano a una velocità impressionante. Dopo l'incidente, Alessandra è tornata sul ghiacciaio per ritrovare la pace.
La slavina di ghiaccio e detriti si è verificata alle 13.43 lungo il tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia. Tra le 11 vittime c'erano i coniugi cittadellesi Erica Campagnaro, 44 anni e Davide Miotti di 51. Stavano rientrando a casa dopo l'ascensione nelle prime ore del mattino. Davide accompagnava un'altra coppia anch'essa perita.
La tragedia ha colpito duramente la comunità vicentina, con sette delle vittime provenienti da questa zona. Tra loro c'erano la guida alpina Paolo Dani di Valdagno, Filippo Bari di Malo, Tommaso Carollo di Zanè, Manuela Piran di Bassano del Grappa (insieme al fidanzato trevigiano Gianmarco Gallina), la coppia di Cittadella Erica Campagnaro e Davide Miotti, e il più giovane tra le vittime, Nicolò Zavatta, 22enne di Barbarano Mossano.
Oggi, a due anni di distanza, il ricordo della tragedia è ancora vivo. Gli amici di Nicolò Zavatta hanno realizzato un docufilm dedicato a Paolo Dani, una delle vittime, per mantenere vivo il ricordo di quel tragico giorno. La comunità continua a ricordare e a cercare di trovare la pace, proprio come Alessandra De Camilli ha fatto ritornando sul ghiacciaio. La tragedia della Marmolada rimane una ferita aperta, un monito sulla potenza della natura e sulla fragilità della vita umana.
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