Missili israeliani sfiorano soldati italiani in Libano

- Un missile israeliano, lanciato durante un'operazione militare contro Hezbollah, è atterrato a circa cinquecento metri dall'entrata della base ONU di Mansouri, dove sono stanziati i soldati italiani dell'unità Italbatt. L'esplosione ha causato danni significativi alla base, con vetri in frantumi e schegge che hanno colpito l'area circostante. L'onda d'urto ha fatto scattare immediatamente l'allarme tra i Caschi blu italiani, che si sono rifugiati nei bunker per proteggersi.

L'aviazione israeliana ha utilizzato bombe anti-bunker, ordigni "intelligenti" capaci di penetrare diversi metri di cemento, per eliminare il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Questi ordigni, noti come GBU-28, sono stati impiegati per la prima volta dagli americani durante la Guerra del Golfo nel 1991 per colpire Saddam Hussein. Le bombe sono dotate di una testata rinforzata e, talvolta, vengono utilizzate in sequenza per aumentarne l'efficacia.

Nel frattempo, il Libano è in fiamme dopo l'uccisione di Nasrallah, con l'offensiva israeliana che continua e potrebbe portare a un'operazione via terra nel breve termine. I circa 1.200 soldati della Brigata Sassari, che guidano la missione UNIFIL lungo la Blue Line, la zona cuscinetto al confine con Israele, sono spesso costretti a rifugiarsi nei bunker per proteggersi dagli attacchi. Tuttavia, il contingente italiano rimane al suo posto, continuando a svolgere il proprio compito nonostante le difficoltà.

Hezbollah, intanto, cerca un nuovo leader dopo la morte di Nasrallah. La persona indicata come suo successore è il cugino Hashem Safieddine, uno dei capi del ramo politico dell'organizzazione. Safieddine, noto per la sua incredibile somiglianza con Nasrallah, potrebbe assumere la guida di Hezbollah in un momento particolarmente delicato per il gruppo.

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