Permesso premio per Renato Vallanzasca

Renato Vallanzasca, ex capo della Banda della Comasina e figura di spicco della malavita milanese degli anni Settanta e Ottanta, ha ottenuto un permesso di 12 ore dal tribunale di Sorveglianza di Milano. La decisione è stata presa considerando il suo stato di salute, compromesso da una malattia neurodegenerativa che lo ha portato a uno stato confusionale.

Il tribunale ha accolto il reclamo presentato dagli avvocati di Vallanzasca, Corrado Limentani e Paolo Muzzi. Hanno sottolineato l'importanza per il loro assistito di frequentare una struttura rieducativa durante il giorno, data la sua condizione neurologica e cognitiva. Questo potrebbe prevenire ulteriori peggioramenti della sua salute e favorire l'interazione con altre persone.

Vallanzasca ha trascorso 52 anni in carcere, condannato a quattro ergastoli. La sua storia criminale inizia molto presto. All'età di 8 anni, Vallanzasca fu rinchiuso in un carcere minorile per aver tentato di liberare gli animali di un circo insieme al fratello e a un'amica, che sarebbe diventata sua moglie. L'ultimo reato commesso da Vallanzasca risale al 2014, all'età di 64 anni, quando ha commesso una rapina all'Esselunga, portando via un bottino del valore di settanta euro: due paia di boxer da uomo, cesoie e fertilizzante.

Il caso di Vallanzasca solleva interrogativi sulla salute dei detenuti. La decisione del tribunale di concedere a Vallanzasca il permesso di frequentare una comunità terapeutica durante il giorno potrebbe rappresentare un precedente importante per altri detenuti con problemi di salute simili. Potrebbe essere un passo verso un approccio più umano e terapeutico alla detenzione, soprattutto per coloro che soffrono di malattie gravi e degenerative.

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