Il governo italiano ha approvato una riforma delle concessioni balneari, un tema che ha suscitato dibattiti e controversie per decenni

- La nuova normativa prevede che le concessioni attuali siano prorogate fino al 30 settembre 2027, con la possibilità di ulteriori proroghe fino al 31 marzo 2028 in caso di difficoltà oggettive. A partire da quella data, tutte le concessioni dovranno essere messe a gara, in linea con la direttiva Bolkestein dell'Unione Europea.

La riforma rappresenta un tentativo di mettere ordine in un settore caratterizzato da una miriade di regolamenti e eccezioni. Dopo 80 anni di gestione frammentata, il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di affrontare la questione con un decreto che mira a risolvere il caos delle concessioni balneari. Il testo, mediato con Bruxelles da Raffaele Fitto, estende le concessioni attuali fino al 2027, ma obbliga alla messa a bando di tutte le autorizzazioni a partire da quella data.

Per i concessionari uscenti è previsto un indennizzo, e chi ha già avuto una concessione sarà favorito nei nuovi bandi. Tuttavia, resta da vedere se la norma sarà sufficiente per chiudere la procedura d'infrazione europea. La riforma, infatti, deve ancora superare il vaglio delle istituzioni comunitarie, che potrebbero sollevare obiezioni sulla sua conformità alle norme europee.

La decisione del governo di prorogare le concessioni fino al 2027 è stata accolta con un misto di sollievo e preoccupazione. Da un lato, offre una boccata d'ossigeno ai concessionari attuali, che potranno continuare a operare per altri tre anni. Dall'altro, solleva interrogativi sulla capacità del governo di gestire la transizione verso un sistema di gare aperte e trasparenti.

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