Acciaierie d'Italia, tutto sul nuovo piano (elettrico) per l'ex Ilva

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Acciaierie d’Italia, tutto sul nuovo piano (elettrico) per l’ex Ilva Il governo e i commissari straordinari hanno presentato il nuovo piano industriale per Acciaierie d'Italia: produzione di sei milioni di tonnellate entro il 2026 e sostituzione di due altiforni con forni elettrici. Ma l'ex Ilva resta in attesa del via libero europeo al prestito. Tutti i dettagli. La prossima settimana il governo dovrebbe approvare un decreto-legge contenente un finanziamento da 150 milioni di euro – dopo i 150 milioni già trasferiti – ad Acciaierie d’Italia, la società siderurgica sottoposta ad amministrazione straordinaria che gestisce lo stabilimento ex-ILVA di Taranto, a rischio chiusura. (Start Magazine)

Ne parlano anche altre fonti

Domani, lunedì 6 maggio, il "piano di salvataggio" dell'ex Ilva predisposto dal governo Meloni approderà sui tavoli della Commissione europea. (Taranto Buonasera)

Hanno combattuto insieme per cacciare i Mittal, per pubblicizzare Acciaierie d’Italia, adesso, nella riunione in cui il ministro Urso ha esposto la bozza del piano industriale, i sindacati stanno sul piede di guerra. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L'operazione, di cui il governo ha promesso una norma ad hoc la prossima settimana, mira a garantire una continuità operativa imprescindibile per il complesso siderurgico. Questa somma, proveniente dalla gestione straordinaria di Ilva, si aggiungerà agli analoghi 150 milioni stanziati solo poche settimane fa. (QuiFinanza)

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Abbiamo esposto al Governo e ai commissari straordinari la condizione dei lavoratori all'interno degli impianti. Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo, per noi vale l'accordo del 2018 e per realizzarlo servono le risorse adeguate. (Fiom-Cgil)

La notizia era già stata comunicata ai sindacati, ma ora è ufficiale: il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha detto al Sole 24 Ore che all’Ilva gestita dai commissari di Acciaierie d’Italia arriveranno questa settimana 150 milioni “provenienti dal patrimonio destinato” per tenere aperta la baracca. (Il Fatto Quotidiano)