Chiusura dell'indagine sulla morte di Giovanna Pedretti, ristoratrice di Bergamo

La Procura della Repubblica di Lodi ha avanzato la richiesta di archiviazione dell'indagine per istigazione o aiuto al suicidio di Giovanna Pedretti, la ristoratrice originaria di Bergamo trovata morta lo scorso 14 gennaio nelle acque del Lambro.

Dettagli dell'indagine

Le indagini hanno accertato come nessuno abbia aiutato Pedretti nel suicidio e come la recensione del presunto cliente non fosse genuina. La morte di Giovanna Pedretti è avvenuta dopo la pubblicazione di una recensione online di un cliente contro gay e disabili, che in seguito è stata considerata falsa.

Risultati dell'inchiesta

Nell’inchiesta dei carabinieri, durata tre mesi e mezzo, i magistrati agli ordini del procuratore capo Maurizio Romanelli non hanno ravvisato «contributi di terzi nel decesso della signora Pedretti». La Pedretti, da sola oppure con l’ausilio di conoscenti, aveva scritto una recensione di un inesistente cliente razzista e omofobo cui aveva replicato con nettezza e garbo, incassando il plauso anche di ministri.

Conclusione dell'indagine

Salvo improbabili novità, il gip di Lodi accoglierà la richiesta della Procura di archiviare l’indagine alla ricerca di qualcuno che possa aver indotto al suicidio Giovanna Pedretti, la 59enne titolare di una pizzeria insieme al marito che si lasciò annegare nel fiume Lambro la notte del 14 gennaio. Le indagini condotte hanno stabilito che nessuno ha avuto un ruolo nell’incoraggiare o assistere il suicidio di Pedretti e che la recensione online che ha scatenato la controversia non era autentica.

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