Marina La Rosa: «Per il calendario di "Max" mi pagarono più di 60 milioni: quei soldi li ho spesi tutti, oggi farei altre scelte»
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L'Italia ha riscoperto Marina La Rosa grazie al reality "La Talpa". La siciliana, nata televisivamente grazie al Fratello, è tra i personaggi più amati dello show condotto da Diletta Leotta. Per anni è stata soprannominata "gattamorta", un nome che non le è mai piaciuto. «All’inizio mi faceva sorridere. Poi con il passare dei mesi mi sono resa conto che ormai ero diventata veramente così per tutti. (leggo.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Marina La Rosa mostra un suo lato inedito durante la terza puntata de La Talpa. Nel corso degli ultimi giorni, l'ex gieffina ha condiviso con Lucilla Agosti alcuni pensieri sul suo essere madre. Marina ha raccontato l'intenso rapporto che ha con i suoi due figli: "Io ho scelto di dedicarmi ai miei due maschi. (Mediaset Infinity)
Perché la dipingono così?«Sono una che ha sempre detto quello che pensava. «In realtà sono un’icona ma resto semplice». (Corriere della Sera)
Era il 2000 quando Marina La Rosa iniziò a farsi conoscere dal pubblico televisivo insieme al format del Fratello che andava in onda con la sua prima storica edizione. Da allora sono passati 24 anni e oggi quella ex concorrente a cui venne affibbiata la definizione di "gattamorta" è tra i concorrenti della Talpa, reality tornato in onda ogni lunedì su Canale 5. (Today.it)
Era una domanda seria. «Ho girato Carabinieri, la telenovela brasiliana Terra Nostra, qualche puntata di Beautiful. Nel 2000 si guadagnò un soprannome che è stata una condanna. «A ogni provino, quel marchio mi precedeva». (OGGI)
Adesso, Marina La Rosa è tornata in televisione con un’altra sfida importante: La Talpa. La donna, che oggi ha 47 anni, è una delle protagoniste del reality condotto da Diletta Leotta ed è pronta a seminare il caos tra i concorrenti nella faticosa ricerca della Talpa. (Il Fatto Quotidiano)
Marina La Rosa, ex icona del primo Fratello e ora concorrente de La Talpa, si racconta sulle pagine del Corriere della Sera a Renato Franco tra etichette difficili da scrollarsi di dosso e una continua ricerca di autenticità. (L'HuffPost)