Luca Zingaretti, il debutto alla regia con “La casa degli sguardi”: «Racconto i lavoratori poveri che tengono in piedi l’Italia»

Luca Zingaretti, il debutto alla regia con “La casa degli sguardi”: «Racconto i lavoratori poveri che tengono in piedi l’Italia»
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

«Anche i porelli hanno i sogni». Una frase pronunciata da uno dei personaggi de “La casa degli sguardi”, debutto alla regia di Luca Zingaretti tratto dal romanzo di Daniele Mencarelli presentato alla Festa del Cinema di Roma e prossimamente in sala con Lucky Red. La storia di Marco, 20 anni e un'empatia troppo forte per il dolore del mondo che affoga nel fondo di una bottiglia e nelle droghe. Una possibilità di salvezza arriva dal luogo più improbabile: un ospedale. (leggo.it)

Ne parlano anche altre testate

Luca Zingaretti, il debutto alla regia con “La casa degli sguardi”: «Racconto i lavoratori poveri che tengono in piedi l’Italia» (leggo.it)

JSON.parse('\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E1 \\\/ 19\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www. (Milleunadonna.it)

La casa degli sguardi di Luca Zingaretti, la recensione di Federico Pontiggia

Ci sono tanti temi cari a Luca Zingaretti come la dignità del lavoro, la capacità salvifica della poesia, il dolore come strumento necessario per raggiungere la felicità, nel suo primo film da regista, "La casa degli sguardi", presentato in anteprima alla Festa del cinema (Io Donna)

Forse non ha ancora uno sguardo, per dirla col titolo, ma di certo il suo passaggio dietro la macchina da presa avoca a sé un domicilio affettivo, una residenza umanista, un habitat umano, troppo umano: racconta l'alcolismo di un ragazzo, e lo fa sommessamente ma assertivamente, senza condanna né pornografia, senza iperbole né - insomma, forse un filo - volemose bene. (cinematografo.it)