O America, ecco la posta in gioco in queste elezioni
In queste settimane pre-elettorali, c’è una frase di due parole che continua a venirmi in mente. La frase è il titolo di un libro che ho letto quando ero ventenne, “O America”, di Luigi Barzini (il libro che, by the way, dà il nome a questa rubrica su Atlantico Quotidiano). Queste due parole sono in qualche modo un riassunto conciso ma accurato di ciò che penso e sento riguardo a queste elezioni—e di ciò che è in gioco in queste elezioni. (Nicola Porro)
La notizia riportata su altri media
Ed è con quel consenso che dovremmo fare i conti. Ripeto, anche se Trump dovesse perdere. Se vince o perde, rimarrà come un macigno sulle nostre democrazia il consenso che questo uomo ripugnante è riuscito a calamitare in tutti questi anni. (Valigia Blu)
– A prescindere da chi esca vincitore dalle urne dell’Election Day, c’è già una certezza: la democrazia americana sopravviverà. Ed anzi, sarà ancora più forte. Non ci sarà nessuna svolta autoritaria, nemmeno se a trionfare dovesse essere Donald Trump, con buona pace degli esperti di comunicazione della campagna di Kamala Harris. (Il Faro online)
Perché può dirci molto anche sull’oggi e sulla salute delle nostre democrazie, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. Erano una “massa di miserabili”, secondo Hillary Clinton. (Corriere della Sera)
La corsa alla Casa Bianca del 2024, però, segnata da aspri scontri tra Donald Trump e Joe Biden prima e tra Trump e Kamala Harris poi, ha definito un nuovo standard di livore e volgarità che l’hanno resa un’esperienza da incubo per molte persone. (La Stampa)
Capitol Hill a Washington (Italia Oggi)
Chi ha la fortuna e la possibilità di fare uno viaggio negli States, vivrà una strana sensazione di déjà vu: ogni cosa ci sembra già vista, già nota, già vissuta. Sebbene la nostra cultura sia impregnata di stelle e strisce, spesso ci sfugge in maniera clamorosa la logica con cui il popolo americano decide. (LaC news24)