Prestiti bancari: il calo delle erogazioni alle imprese aumenta l’infiltrazione criminosa

Nell’ultimo anno i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti del 4,7% (in termini assoluti -32,2 miliardi di euro), ma a NordEst la contrazione è stata molto pesante, addirittura del 7,4% (-14 miliardi) e punte di oltre il 10% in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Continua la riduzione dei prestiti bancari alle aziende che negli ultimi 12 anni a livello nazionale ha registrato una caduta del 27%, pari a -247 miliardi di euro di impieghi vivi in essere. (Il NordEst Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Meno prestiti. E più rischio di infiltrazioni mafiose. E’ la fotografia del Veneto fatta dalla Cgia di Mestre, che nel suo ultimo report ha analizzato problemi e pericoli per le imprese. (La Voce di Rovigo)

Nell’ultimo anno gli impieghi vivi alle imprese venete sono diminuiti del 7,2% (in termini assoluti –5,1 miliardi), con un picco in provincia di Verona del –11%. Continua, pertanto, la riduzione dei prestiti bancari alle aziende, così come in buona parte del Paese. (Nordest Economia)

Oltre 141 milioni di euro. A tanto ammonta il calo dei prestiti bancari alle imprese in provincia di Frosinone, registrato nell’ultimo anno. In Ciociaria la variazione in questo arco di tempo è stata del -4,9%, passando da 2.892.300 euro a 2.750.300 euro. (ciociariaoggi.it)

Prestiti alle imprese, calano di oltre 2 miliardi in Toscana. Cgia: “Rischio infiltrazioni mafiose”

Crollano i prestiti alle imprese del Friuli Venezia Giulia e cresce il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata in Regione, specie a Trieste. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, coordinato da Paolo Zabeo, che ha preso in esame la variazione degli impieghi vivi alle aziende tra l’aprile 2023 e lo stesso mese di quest’anno. (Telefriuli)

NEL NORD ALLERTA MASSIMA A TRIESTE, NOVARA, TRENTO E SAVONA (CGIA)

Secondo l'Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, «il calo dei prestiti bancari dell’ultimo anno è sicuramente condizionato dalla diminuzione della domanda di credito da parte delle imprese, dall’elevato costo del denaro e dalla diminuzione degli investimenti in macchinari, dovuta all’attesa delle agevolazioni previste dalla nuova transizione 5.0». (LA NAZIONE)