Rutte prende le redini della Nato in continuità con Stoltenberg

Rutte prende le redini della Nato in continuità con Stoltenberg
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LA NOTIZIA ESTERI

Con il passaggio di consegne da Jens Stoltenberg a Mark Rutte, cambia la leadership, ma non la linea bellicista della Nato. In altre parole, la rivoluzione auspicata da molti non c’è stata. Anzi, sembra che tutto sia rimasto invariato, considerando che il segretario uscente del Patto Atlantico, nel consegnare il testimone a Rutte, ha ribadito i propri successi, dichiarandosi certo che il suo successore, l’ex premier olandese, continuerà a seguire la rotta da lui tracciata. (LA NOTIZIA)

La notizia riportata su altri giornali

Il nuovo Segretario Generale della NATO Mark Rutte ha inaugurato il suo mandato con un deciso cambio di rotta rispetto al suo passato da “frugale”. Nel suo discorso di insediamento presso il quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles, l’ex premier olandese ha posto l’aumento della spesa per la difesa in cima alle priorità per i paesi membri. (infodifesa.it)

“L’Ucraina resta una priorità”: Rutte si insedia alla Nato, ma ‘glissa’ sul Medio Oriente Mentre soffiano venti di guerra su tutta l'area medio orientale, nel giorno del suo insediamento come nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte delinea l'agenda del suo mandato (Dire)

ROMA (Trentino)

Nato, Rutte: «Aumentare le spese per la difesa»

Il passaggio di consegne tra Jens Stoltenberg e Mark Rutte alla guida della Nato sembra lunare, mentre Israele ammassa le truppe al sud del Libano, pronto a invadere e decretare un ennesimo salto di qualità del conflitto in Medio Oriente, stavolta dal sapore definitivo contro Hezbollah e i suoi alleati, da Hamas fino all’Iran. (L'HuffPost)

"Abbiamo realizzato la più grande trasformazione della Nato in una generazione", ha sottolineato Stoltenberg, prima di rivolgersi a Rutte: "Conosci bene la Nato e sei ben conosciuto, hai tutto ciò che serve per essere un grande Segretario generale". (la Repubblica)

sat/gsl (Fonte video: Nato)] "Abbiamo bisogno di forze più numerose e meglio equipaggiate; di un'industria della difesa transatlantica più solida; di una maggiore capacità produttiva della difesa; di maggiori investimenti nell'innovazione; e di catene di approvvigionamento sicure". (ilmessaggero.it)