Donald Trump ha già iniziato a colpire l’industria italiana
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ROMA – Trump: basta il nome. Manca ancora più di un mese al suo ritorno alla Casa Bianca, tutti si chiedono se saranno veri dazi o solo minacce, ma la rielezione dell’”uomo delle tariffe” ha già cominciato a pesare sull’industria europea e su quella italiana. Basta il nome, appunto, e l’esplosione di incertezza che questo ha portato con sè. Una componente immateriale, ma rilevante eccome per le s… (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Manca poco più di un mese all’inizio del secondo mandato del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che in questi ultimi giorni ha già rivelato alcune delle sue prime decisioni: per esempio, imporrà immediatamente dei dazi del 25 per cento su tutte le importazioni dal Messico e dal Canada, e del 10 per cento su quelle dalla Cina. (Start Magazine)
Soprattutto per sostituirsi ai prodotti americani in Cina, che assieme all’India è il mercato in cui non bisogna mollare le posizioni, approfittando dell’allure che l’Italia continua avere nei due paesi (Milano Finanza)
Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, il panorama geopolitico ed economico globale è destinato a subire profonde trasformazioni. Le dinamiche di mercato si stanno già preparando a rispondere a una nuova ondata di politiche protezionistiche, tariffe più alte e un ritorno alla “guerra commerciale” che minaccia di ridefinire le supply chain globali. (Econopoly)
La competitività dell’agricoltura è una partita sempre più globale, lo ribadisce il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, oggi, a due giorni dall’assemblea invernale della Confederazione a Palazzo della Cancelleria, in due interviste rilasciate a Il Sole 24 Ore e ad Avvenire, parlando di come gli scenari internazionali stiano condizionando l’agricoltura italiana ed europea e di quali siano le prospettive. (Confagricoltura)
La pretesa di “Trump the Duty” di salvare l’America intralciando il libero scambio (L'Opinione)