Francia, crisi di nervi a sinistra «I socialisti pronti a negoziare»
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Niente premier per Notre-Dame. O meglio, un premier dimissionario — Michel Barnier — come lo era Gabriel Attal durante l’Olimpiade. L’agitazione che ha imperversato nei palazzi del potere, dopo la caduta del governo, aveva fatto immaginare una nomina repentina, un gesto d’imperio di Emmanuel Macron per dimostrare di avere ripreso il controllo della situazione. Ma il Parlamento resta bloccato, le trattative complicate, e la maledizione del 2024 continua: nell’anno del ritrovato «orgoglio francese» i due eventi più importanti — Giochi e Notre-Dame — vengono affrontati senza un vero governo in carica. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
A cantarle a Emmanuel Macron c’è pure Lucio Caracciolo, direttore di Limes e tra i massimi esperti italiani di geopolitica. Che non sarà sguaiato come John Lydon, ma che sa essere schietto e brutale quanto lui. (Liberoquotidiano.it)
La crisi politica in Francia. Macron non lascia nonostante le richieste di dimissioni Il servizio di Fabio Bolzetta (TV2000)
Il governo di Michel Barnier, appeso al filo della benevolenza di Marine Le Pen, è naufragato in tre mesi. E se in direzione di Mélenchon i muri restano invalicabili, gli altri componenti del Nuovo Fronte Popolare – Verdi, socialisti e comunisti – lo ascoltano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
A rovesciare l’esecutivo, che è diventato il più breve della Quinta Repubblica, è stato un voto di censura del parlamento. La riapertura di Notre Dame ha distolto per un momento l’attenzione della Francia dalla crisi istituzionale, ma Emmanuel Macron è consapevole della necessità di nominare al più presto un nuovo primo ministro. (Milano Finanza)