La visita choc di Kristi Noem al carcere di El Salvador tra polemiche e immagini scioccanti

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ESTERI

Davanti a una gabbia sovraffollata di detenuti seminudi, ammassati in condizioni disumane, Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza Interna degli Stati Uniti, sorride e dichiara con tono trionfante: "Questa è la fine che devono fare i terroristi che entrano nel nostro Paese". Le immagini, diffuse sui suoi social il 27 marzo 2025, ritraggono la politica repubblicana in visita al Centro de Confinamiento del Terrorismo (Cecot) di Tecoluca, struttura di massima sicurezza el Salvadoriana dove sono rinchiusi 238 migranti venezuelani, espulsi dall’amministrazione Trump con l’accusa di illegalità e legami con il gruppo criminale Tren de Aragua.

Il video, che ha scatenato un immediato putiferio, mostra Noem – accompagnata dal fotografo dell’Associated Press Alex Brandon – mentre ringrazia il governo salvadoregno per la "collaborazione nel trattare i nostri terroristi", definizione con cui l’esponente repubblicana equipara senza mezzi termini migranti irregolari e criminali. "Se entrate illegalmente negli Stati Uniti, questa è una delle conseguenze che vi aspettano", aggiunge, indicando i corpi stipati oltre le sbarre. Una scena che, per cruda efficacia propagandistica, ha richiamato alla mente alcuni passaggi del Salò pasoliniano, trasformando la detenzione in uno spettacolo di punizione esemplare.

La prigione del Cecot, già al centro di numerose denunce per violazioni dei diritti umani, è diventata negli ultimi anni il simbolo della politica "mano dura" del presidente Nayib Bukele, alleato chiave di Washington nella gestione dei flussi migratori. I venezuelani mostrati nel video, per lo più giovani e in condizioni fisiche critiche, sarebbero stati trasferiti qui dopo l’accordo bilaterale che prevede l’esternalizzazione della detenzione per chi tenta di varcare il confine statunitense senza autorizzazione.