Esplosione a Calenzano, cosa sappiamo sul deposito Eni: l'ipotesi della scintilla, aperta un'inchiesta
Lunedì 9 dicembre a Calenzano, nel deposito Eni, è avvenuta un’esplosione che ha causato morti, dispersi e feriti. La Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta sull’incidente, per accertare le responsabilità e fare luce sull’accaduto. Cosa sappiamo fino a ora, dall’ipotesi della scintilla ai lavoratori coinvolti, passando per i rischi per la salute a causa della nube tossica che si è alzata in cielo dopo lo scoppio. (Virgilio Notizie)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Restano incerti i dettagli sul destino degli altri lavoratori. Calenzano, chi sono vittime e dispersi Le autorità hanno diffuso una lista con i nomi dei cinque operai coinvolti nell’incidente. (ilmessaggero.it)
Ci sarebbe anche un siciliano tra gli operatori che mancano all’appello dopo la strage di Calenzano, in provincia di Firenze. Nella lista dei dispersi figura infatti anche un operaio 57enne originario di Catania, ancora non rintracciato insieme ad un 62enne di Napoli, un 49enne di Novara, un 45enne nato in Germania ma residente in Italia e un un operaio di Matera di 45 anni. (Tempo Stretto)
In una nota pubblicata su X l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia informa che "le stazioni sismiche della rete sismica nazionale hanno registrato un segnale che ha consentito di localizzare la zona in cui è avvenuta l'esplosione e di stimare una magnitudo equivalente pari a 0.9", viene specificato. (LA NAZIONE)
Esplosione Calenzano, il racconto di un testimone: "Ho sentito un boato" 09 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
Già in mattinata il club aveva fatto un tweet di cordoglio e vicinanza, a nome di Rocco Commisso e della Fiorentina: "Il presidente Commisso, la sua famiglia e tutta la Fiorentina, in questo tragico momento, sono vicini al dramma delle famiglie coinvolte nell’incidente alla raffineria di Calenzano e si uniscono al cordoglio dei cittadini e delle Istituzioni" il contenuto del post. (Firenze Viola)
Poco dopo le 10, un po’ prima del solito, sono andato a fare una pausa con alcuni colleghi. Come dare torto a Francesco Munia, calabrese, che nel deposito Eni di via Erbosa lavora da quattro anni come dipendente di una ditta esterna che si occupa di manutenzione edile/industriale. (LA NAZIONE)