Countdown: il fronte del porto blocca le banchine e paralizza gli Stati Uniti

Due terzi del commercio americano, pari a 92 miliardi di dollari; 45.000 lavoratori portuali in grado di bloccare non solo 36 scali marittimi sulla costa atlantica degli Usa, ma anche una buona fetta dell’economia Usa; fra il 60 e il 70% delle esportazioni di greggio. Ma anche il 60% delle esportazioni di cereali e soia degli Stati Uniti che passa attraverso i porti della Costa del Golfo, e New Orleans è uno dei principali hub per le esportazioni agricole dal Midwest; i porti della Costa del Golfo gestiscono circa il 25-30% delle esportazioni statunitensi di macchinari industriali e attrezzature pesanti, in gran parte destinati all’America Latina e all’Europa; circa il 30-35% delle importazioni e delle esportazioni di autoveicoli degli Stati Uniti, circa il 25-30% delle importazioni statunitensi di acciaio, cemento e altri materiali da costruzione, provenienti principalmente dall’Europa e dall’America Latina. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altre testate

Con lo sciopero, ogni settimana, si stima che a livello mondiale saranno circa 500 mila i contenitori che non potranno sbarcare o raggiungere le destinazioni finali. Nuovo colpo al traffico mondiale di container, dopo dopo la guerra in Ucraina, la crisi di Suez e del Medio Oriente e quella di Panama: “Esportatori e spedizionieri guardano con estrema preoccupazione alla situazione che da oggi bloccherà i porti della Costa Est degli Stati Uniti e del Golfo del Messico. (Primocanale)

Tutti i grandi porti dell'East Coast americana sono fermi, a cominciare da quello della città dove abito, New York, che è uno dei porti più grandi del mondo. Si tratta dello sciopero che è iniziato lunedì sera a New York su tutta la East Coast, da parte di una categoria cruciale: i portuali Longshore, così si chiama la loro categoria sindacale. (Corriere TV)

Ricordate la crisi della catena di approvvigionamento durante la pandemia di Covid, che aveva svuotato i negozi e scatenato l’inflazione? Non siamo ancora allo stesso livello, ma lo sciopero iniziato ieri sera dai lavoratori portuali della costa orientale americana e del Golfo del Messico minaccia di generare una replica assai preoccupante. (la Repubblica)

Sciopero dei portuali Usa, Botta (Spediporto): “Uno strike all’economia mondiale”

In una delle puntate il protagonista, Frank Sobotka, sindacalista di origine polacca, partecipa a una presentazione in cui alle aziende logistiche vengono presentati i vantaggi di utilizzare per la movimentazione delle merci il porto di Rotterdam, dove l’automazione nella gestione dei container porterà a significative riduzioni di costi ma anche di posti di lavoro. (il manifesto)

I dipendenti dei porti americani della costa orientale e del Golfo incrociano le braccia per la prima volta da quasi 50 anni, per l'esattezza dal 1977. E l'economia statunitense trema rischiando la paralisi e un conto salato da pagare. (L'HuffPost)

Genova. Con lo sciopero, ogni settimana, si stima che a livello mondiale saranno circa 500 mila i contenitori che non potranno sbarcare o raggiungere le destinazioni finali. (Genova24.it)