Stipendio ministri e sottosegretari non parlamentari, chi guadagna di più?

Mentre gli stipendi dei ministri finiscono sotto i riflettori per un emendamento alla manovra 2025, ecco la top ten dei redditi per i membri non parlamentari del governo. E' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, quello con un reddito imponibile più alto, pari a 180 mila 895 euro, in base alla dichiarazione del 2024 riferita ai redditi del 2023. Seguono il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, con 163mila 338 euro, e quello dello Sport, Andrea Abodi, con 157 mila 563 euro, anche se il dato si ricava dalla dichiarazione del 2023 riferita al 2022. (Adnkronos)

Su altre fonti

7.193,11 euro al mese. E altri 1.200 per le spese telefoniche e i rimborsi dei viaggi. Ma l’aumento di stipendio per i ministri non parlamentari deciso dal governo Meloni è curioso anche per un altro motivo. (Open)

I lavori della Commissione riprenderanno quindi nella tarda mattinata a partire dalle ore 12. Tra gli emendamenti dell’ultima ora dei relatori di maggioranza e del governo, che arrivano alla spicciolata, spuntano diverse novità. (Corriere della Sera)

E certo non proficua per il governo. Un aumento in busta paga per equiparare lo stipendio dei ministri non parlamentari a quello dei loro colleghi eletti alla Camera o al Senato. (il Giornale)

Il caso dei ministri, il governo chiede sacrifici ma si alza gli stipendi

Sono 17 i ministri, viceministri e sottosegretari del governo, non eletti in Parlamento, che potrebbero ottenere un aumento di stipendio. Le reazioni e le parole del ministro Guido Crosetto (Virgilio Notizie)

Il viceministro Maurizio Leo, durante l’evento di Fratelli d’Italia “Atreju”, ha difeso la proposta di aumento degli stipendi per alcuni ministri tecnici, sostenendo che non percependo l’indennità parlamentare hanno una remunerazione inferiore. (AltaRimini)

Uno striscione contro la Manovra esposto durante le manifestazioni di Cgil e Uil durante lo sciopero generaleMissing Credit La misura è stata pensata per equiparare l’indennità dei ministri non eletti in Parlamento a quella dei ministri parlamentari, che guadagnano – tra diarie e indennità varie – molto di più. (QUOTIDIANO NAZIONALE)