SUICIDIO NEL CARCERE DI CREMONA, PILONI (PD): NECESSARIO INTERVENIRE VELOCEMENTE

SUICIDIO NEL CARCERE DI CREMONA, PILONI (PD): NECESSARIO INTERVENIRE VELOCEMENTE
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Lunedì 05 Agosto 2024 | SUICIDIO NEL CARCERE DI CREMONA, PILONI (PD): “NECESSARIO INTERVENIRE VELOCEMENTE PER AFFRONTARE REALTÀ TERRIBILE” “Se non si interviene seriamente e velocemente per affrontare la realtà delle carceri, questi suicidi continueranno” così il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni dopo il tragico episodio avvenuto nel carcere di Cremona, lo scorso sabato sera. “Il sovraffollamento, lo scarso numero di agenti, detenuti con patologie psichiche e psichiatriche, pochissimi medici e il caldo che, se in questo periodo è insopportabile per loro, figuriamoci per noi” dice Piloni che proprio lunedì scorso era stato in visita all’istituto penitenziario, dove ha potuto percepire di persona “la disperazione che arrivava da dietro le sbarre: un detenuto, dalla finestra della sua cella, mi ha urlato di andare a vedere come sono messi e che non ce la fanno più. (WelfareNetwork)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Altro suicidio nelle carceri italiane. Ieri sera alle 19.15 nel carcere di Cremona un uomo di 31 anni di nazionalità marocchina e senza fissa dimora si è tolto la vita: gli erano stati contestati i reati di rapina e violenza sessuale. (Fanpage.it)

A queste morti, vanno aggiunti i sette appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. (Cremona Sera)

I dannati del carcere: sono 23 mila i detenuti che potrebbero beneficiare di misure alternative ma restano in cella

Roma, 05 Ago. – “48 anni, originario di Montecorvino Rovella, si sarebbe suicidato impiccandosi nel bagno della camera di sicurezza del Tribunale di Salerno dov’era stato tradotto in mattinata per la convalida dell’arresto scattato per maltrattamenti in famiglia. (UILPA Polizia Penitenziaria)

Ai domiciliari, per fare un esempio. Ecco le contraddizioni del sistema: da un lato si denuncia il sovraffollamento, dall’altro le porte delle celle si apro… (La Stampa)