Usigrai: «La Rai è nella palude, ignobile mercato delle poltrone»

La sede Rai di viale Mazzini a Roma (Foto: ImagoEconomica/Fnsi) Usigrai: «La Rai è nella palude, ignobile mercato delle poltrone» I rappresentanti sindacali dei giornalisti del servizio pubblico: «Il nodo è la governance, via il controllo dei partiti». «Da settimane la Rai è ferma nella palude. Da settimane assistiamo a un ignobile mercato delle vacche per i ruoli apicali e per le direzioni. Si tratta sulle poltrone mentre il pavimento della casa sta per crollare». (Fnsi)

Su altri media

Inizia così la riflessione “Una rondine fa primavera” di Vincenzo Vita su Articolo 31, che riportiamo integralmente qui di seguito. Una rottura di continuità positiva. (Primaonline)

"Per queste ragioni" i capigruppo dell'opposizione rivolgono un invito "a tutte le forze politiche di procedere ad un confronto per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media Freedom Act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici per evitare una ennesima lottizzazione e per consentire al servizio pubblico di rilanciarsi nella sua mission preservando le proprie prerogative di pluralismo, autonomia e indipendenza nell'interesse generale della libera informazione come garantito dalla nostra Costituzione". (Civonline)

E saranno Giorgia Meloni ed Elly Schlein a trovare il modo di superare l’empasse in cui si trova la Rai, “bloccata” dalla nomina del presidente per una legge, voluta da Matteo Renzi che ha regalato alla politica il potere di fare mercato con le nomine. (La Stampa)

Ci appelliamo a tutte le forze politiche per una riforma nel solco del media freedom act. Appare evidente l'impasse sull'assetto dei nuovi vertici di viale Mazzini. (La Stampa)

Prove di campo largo anche sulla cruciale questione della Rai. I capigruppo dei diversi partiti di opposizione in commissione di vigilanza Rai hanno infatti siglato una nota congiunta per avvertire il Governo di Giorgia Meloni. (la Repubblica)

Il vertice ipotizzato per oggi a margine del consiglio dei ministri? «Ne hanno parlato solo i giornali, non lo abbiamo mai annunciato. Non è previsto nessun vertice, tant’è che non si vota adesso», taglia corto il forzista Antonio Tajani che non ha nessuna fretta di mettere la firma sotto un accordo che, per come si stanno mettendo le cose, a settembre rischia di saltare. (il manifesto)