Stellantis taglia le stime sui conti 2024 e il titolo crolla in Borsa

Il colosso dell’auto Stellantis ha rivisto oggi la guidance sui risultati del 2024 per riflettere le decisioni di ampliare significativamente le azioni a fronte dei problemi di performance in Nord America così come del deterioramento nelle dinamiche globali del settore. Il Gruppo – si legge in una nota – ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025. (Calcio e Finanza)

Ne parlano anche altri giornali

Anche Volkswagen nei giorni scorsi ha rivisto le stime dei risultati 2024. Che dati ha presentato la società di Tavares? (StartupItalia)

Tonfo di Stellantis in Piazza Affari: il titolo in Borsa ha perso il 10,45 andando a 13,04 euro, il minimo dall’ottobre del 2022. Il crollo è dovuto “ai problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore”. (Virgilio Notizie)

Si muove in perdita la, che è in forte flessione, mostrando una perdita del 10,34% sui valori precedenti.Lo scenario su base settimanale dirileva un allentamento della curva rispetto alla forza espressa dal. (LA STAMPA Finanza)

Stellantis taglia le stime, il titolo scivola in Borsa

Stellantis fa affondare Piazza Affari A Milano la peggiore è Stellantis che, inizialmente incapace di fare prezzo, cede il 9% dopo aver rivisto al ribasso le previsioni su margine operativo e flusso di cassa. (QuiFinanza)

Deboli anche Iveco (-3,66%) e Nexi (-2,24%), insieme ai bancari Mps (-1,31%), Bper (-1,24%), Banco Bpm (-1,12%), Popolare Sondrio (-0,78%), Intesa (-0,62%) e Unicredit (-0,48%). Scivola Stellantis (-10,5%) dopo il tagli alle stime sul 2024. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il gruppo ha infatti «rivisto la guidance sui risultati del 2024 per riflettere le decisioni di ampliare significativamente le azioni a fronte dei problemi di performance in Nord America così come del deterioramento nelle dinamiche globali del settore». (La Stampa)