Ue, sulla vicepresidenza Fitto numeri in bilico
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Si fa più complicata la partita per il via libera finale dei commissari del nuovo esecutivo europeo. Oggi è il giorno in cui verranno esaminati dall’Eurocamera i sei vicepresidenti esecutivi, e almeno per due, se non tre di loro, potrebbe esserci uno slittamento in vista. Questa mattina toccherà all’italiano Raffaele Fitto presentarsi davanti alla commissione parlamentare Sviluppo regionale, mentre a chiudere la giornata sarà la socialista spagnola Teresa Ribera. (il manifesto)
Su altri media
Tensioni alle stelle e veti incrociati: per Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea in pectore, è il giorno chiave. La vigilia è col batticuore, tra ultime limature verso l’audizione di tre ore e febbrili telefonate sul filo della trattativa. (quotidianodipuglia.it)
Affidare il ruolo di vice presidente a un ex ministro di un governo considerato a guida “sovranista” è un’idea che non piace a Socialisti, Verdi e Left. Il parlamentare europeo Gaetano Pedullà fa notare come “mancano meno di 24 ore all’audizione di Raffaele Fitto e il gruppo dei Socialisti non ha ancora sciolto la riserva su come voterà” e definisce “imperdonabile” l’errore di un eventuale appoggio di S&D. (LA NOTIZIA)
Con lui anche gli altri cinque vicepresidenti. E verranno messi… (la Repubblica)
Inizia a delinearsi la composizione della nuova Commissione europea con il via libera a 19 dei 20 commissari Ue e con le ultime audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi di Ursula von der Leyen che si terranno oggi. (il Giornale)
È il giorno di Raffaele Fitto e del tentativo di disinnescare i veti incrociati all’Eurocamera, mentre a sinistra (al netto delle esitazioni in casa dem) sono determinati a dare del filo da torcere all’esponente meloniano. (ilmessaggero.it)
Entrambi con le mani sulla fondina, pronti a estrarre l’arma. Se voi socialisti aprite il fuoco politico sul nostro amico Raffaele Fitto, minacciano i cowboy del Ppe, dite pure addio alla vostra Teresa Ribera, tanto cara al premier spagnolo Pedro Sanchez. (La Stampa)