Repubblicani anti-Trump, è già fronda in Senato. Nomine di governo in bilico
Cos’hanno in comune Robert Kennedy, Pete Hegseth, Tulsi Gabbard, e Matt Gaetz? I quattro scelti da Trump per la Sanità, la Difesa, l’Intelligence e la Giustizia condividono una profonda diffidenza verso i dipartimenti che dovrebbero dirigere. Kennedy è noto per le sue posizioni critiche nei confronti della medicina tradizionale, in particolare riguardo ai vaccini e alle istituzioni sanitarie. Hegseth ritiene il Pentagono un «covo di millennials pro-palestinesi» e vorrebbe eliminare i generali “woke” che hanno favorito la diversità tra le truppe. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri media
“È un avvocato talentuoso e tenace, proteggerà i nostri confini, smantellerà le organizzazioni criminali, metterà fine all’uso della giustizia come arma e ripristinerà la fede e la fiducia degli americani nel dipartimento di Giustizia, dopo che è stata totalmente distrutta”, ha annunciato sui social il presidente eletto, per giustificare una scelta che appare tra le più sorprendenti e provocatorie nell’ambito delle nomine per la nuova amministrazione. (ISPI)
Chi è Matt Gaetz Donald Trump ha nominato il deputato della Florida Matt Gaetz come suo procuratore generale, un ruolo simile a quello del ministro della giustizia, ma che può anche utilizzare le agenzie federali, come l’Fbi, per perseguire chi è accusato di crimini contro gli Stati Uniti. (Virgilio Notizie)
WASHINGTON. Donald Trump sceglie Matt Gaetz, 42enne avvocato dalla Florida, deputato repubblicano e suo fedelissimo, per l’incarico di Attorney general, ministro della Giustizia, la posizione più delicata della nuova Amministrazione. (La Stampa)
Ma allora perché Donald Trump ha deciso di puntare su un personaggio così controverso? Beh, perché legando la carriera politica di Gaetz alle sue decisioni Trump si assicura la fedeltà assoluta di un ministro in una posizione chiave per tradurre in pratica la sua vendetta politica. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Sognava di guidare il Pentagono, ma alla fine Donald Trump le ha trovato un posto di grande rilievo: la direzione dell’Intelligence americana. Tulsi Gabbard, 43 anni, riservista dell’esercito, ex rappresentante Democratica per le Hawaii, ha visto premiata la sua scelta di lasciare il proprio partito per diventare sostenitrice del tycoon. (la Repubblica)
Ma ad oggi la rosa di nomi che vanno completando l’organico del prossimo governo Trump sembrano corrispondere un po’ ad entrambe le categorie. A ideologi di ferro come Stephen Miller, architetto della tolleranza zero sovranista (e sgherri come Tom Homan, specialista della sottrazione di figli ai richiedenti asilo), si sommano personaggi che sembrano avere un ruolo principalmente provocatorio. (il manifesto)