Carcere di Evin, le condizioni di detenzione

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Nel carcere di Evin, situato a nord di Teheran, le condizioni di detenzione sono estremamente dure. Una coperta utilizzata come letto, distesa sul pavimento di cemento, e il chador come lenzuolo rappresentano solo alcune delle difficoltà affrontate dai detenuti. Le testimonianze dirette e indirette, raccolte da chi è riuscito a uscire dalla struttura, dipingono un quadro desolante: 30 minuti d'aria in un piccolo cortile, concessi non più di quattro giorni a settimana, sono l'unico momento di sollievo per i prigionieri.

Cecilia Sala, giornalista italiana, è attualmente detenuta in questo carcere. Mauro Conciatori, ex ambasciatore italiano a Teheran dal 2014 al 2019, ha dichiarato che, pur non avendo mai visitato personalmente Evin, è consapevole della sua durezza, anche se non lo considera il più duro dell'Iran. La frammentazione politica esistente a Teheran potrebbe essere una delle cause dell'arresto di Sala, secondo Conciatori.

Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ha espresso preoccupazione per le condizioni carcerarie della figlia, una ragazza di 29 anni che non ha commesso alcun reato. Vernoni, cercando di farsi forza per sostenere la figlia, teme che le condizioni di detenzione possano lasciare cicatrici psicologiche permanenti. Le sue parole riflettono l'angoscia di una madre che, pur cercando di essere forte, non può fare a meno di preoccuparsi per il futuro della figlia.

Le relazioni diplomatiche tra Italia e Iran sono sempre state aperte, ma questo arresto rappresenta una sfida significativa.