Caso Omeonga: se non fosse stato un calciatore, forse non se ne sarebbe neppure parlato

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LA NOTIZIA SPORT

Non fosse stato un calciatore, non ne avremmo nemmeno sentito parlare. La vicenda di Stephane Omeonga è diventata pubblica solo perché riguarda una persona con abbastanza visibilità. Se si fosse trattato di uno straniero qualsiasi – per di più nero – sarebbe stato relegato a una breve notizia su qualche giornale locale, tra la cronaca e il dimenticatoio. Ma Omeonga è un volto conosciuto, ex Genoa, oggi nella serie B israeliana con il Bnei Sakhnin, e il video postato sui social rende difficile ignorare quanto accaduto. (LA NOTIZIA)

Ne parlano anche altri giornali

Il giorno dopo Stephane Omeonga non lascia ma raddoppia. In quell'occasione sostiene di essere stato fermato, picchiato e tenuto per ore in una stanza dalla polizia italiana senza poter contattare nessuno. (Corriere della Sera)

Un video ne ritrae l'arresto da parte della Polaria con l'accusa di essere sulla black-list di Tel Aviv, ma la testimonianza dello stesso centrocampista e alcuni particolari portano ad una realtà diversa: "Tutto falso, è un episodio di discriminazione razziale" (Fanpage.it)

Durante un volo tra Roma e Tel Aviv, dopo essere salito a bordo e aver preso posto, uno steward mi ha avvicinato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di lasciare l'aereo. Confidando nella validità dei miei documenti, gli ho chiesto con calma che tipo di problema fosse. (Primocanale)

Attualmente il centrocampista gioca infatti nella squadra israeliana di serie A del Bnei Sakhnin. L'episodio raccontato dal 28enne sui social sarebbe accaduto a Natale, all'imbarco del volo dallo scalo di Roma Fiumicino verso Tel Aviv, dove Omeonga doveva tornare. (Today.it)

Trascinato giù dall’aereo e picchiato dalla polizia italiana il giorno di Natale: è quanto ha denunciato Stephane Omeonga, calciatore belga militante in una squadra della serie B israeliana con un passato in formazioni italiane come Avellino, Genoa e Pescara. (L'INDIPENDENTE)

Dalle microalghe un aiuto per combattere il declino cognitivo – Dal cuore delle profondità marine arriva una scoperta che potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo l’invecchiamento cognitivo. (PesceInRete)