Risiko Europeo

Concluso il voto nei 27 stati membri è giunta l’ora del “risiko” per le nuove cariche europee: dopo due settimane di trattative serrate, il Consiglio europeo in corso oggi e domani sarà perciò un momento clou. I capi di stato e di governo che si riuniscono a Bruxelles dovranno nominare il leader del nuovo Consiglio europeo, il Presidente della Commissione e i 26 Commissari che la compongono, tra cui l’Alto Rappresentante della politica estera e di sicurezza. (ISPI)

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Ed è questa consapevolezza che affligge Giorgia Meloni più della mortificazione subita sulle nomine delle alte sfere europee. Nonostante la iattanza dei partner franco-tedeschi, chiamarsi fuori dall’approvazione del quartetto di incarichi al vertice dell’Unione suonerebbe un pessimo viatico per i progetti di accreditamento istituzionale e internazionale della premier italiana. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Non mi pare sia emersa finora la volontà di tenere conto di ciò che i cittadini hanno detto nelle urne. Nel metodo e nel merito. Relativamente al merito, mi sono permessa di far notare che consideravo surreale che nella prima riunione, seppure informale, del Consiglio Europeo successiva alle elezioni, alcuni si presentassero direttamente con le proposte di nomi per gli incarichi apicali, frutto delle interlocuzioni tra alcuni partiti, senza neanche fingere di voler aprire una discussione su quali fossero le indicazioni arrivate dai cittadini con il voto. (il Giornale)

La decisione spetta al Consiglio europeo. È un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. (Secolo d'Italia)

Meloni alza la posta e Mattarella sta con lei: nomine Ue, il retroscena

Un vertice a tre, dopo una giornata lunghissima. ROMA. (La Stampa)

E' un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. Non c'è Europa senza Italia, non c'è decisione senza Giorgia Meloni. (ilmessaggero.it)

La vicepresidenza della Commissione Ue all’Italia è un’ipotesi concreta, ma non basta a garantire l’appoggio di Giorgia Meloni al pacchetto delle nomine. Detta con le sue parole: «Non intendo sostenere una tesi diversa da quella nella quale credo, semplicemente per chiedere in cambio un ruolo che all’Italia spetta di diritto». (Liberoquotidiano.it)