Sullo Ius Scholae Forza Italia insiste

Concedere la cittadinanza con lo Ius scholae anche ai minori non nati in Italia, figli di immigrati regolari, che abbiano però completato un ciclo scolastico decennale. È questa la proposta lanciata da Forza Italia durante l'estate, su cui pesa un certo scetticismo di Fratelli d'Italia e la contrarietà dichiarata della Lega. Insomma, un tema sul quale nella maggioranza esistono sensibilità molto diverse. (il Giornale)

Su altri media

Tajani vuole proporre agli alleati una riforma basata sullo Ius Scholae. Salvini gli risponde che la legge in vigore va bene così com’è. Siamo alle solite in maggioranza. L’ipotesi di accorciare i termini per ottenere la cittadinanza non nasce sotto i migliori auspici. (L'HuffPost)

Come ampiamente previsto l’aula della Camera ha respinto le quattro mozioni presentate ieri dai partiti di opposizione (M5s, Pd, Avs, Più Europa, Italia viva e Azione) sulla riforma della disciplina in materia di Cittadinanza. (Il Dubbio)

Anche perché Tajani, … Perché dopo la batteria di dichiarazioni agostane di Antonio Tajani e colonnelli forzisti, col pungolo di Marina e Pier Silvio Berlusconi, la proposta azzurra sul tema ancora non c’è e la riunione dei gruppi parlamentari di tre giorni fa non ha avuto altro esito che certificare lo stallo. (la Repubblica)

Tra la piazza e il Palazzo, anche il campo largo è diviso sulla concessione della cittadinanza italiana agli stranieri. Ma Lega e Fratelli d'Italia restano contrari. (il Giornale)

– Forza Italia ha deciso di andare avanti sullo Ius Scholae, nonostante le resistenze interne e la freddezza manifestata dagli alleati di centrodestra. Secondo quanto emerso, il testo verrà presentato “a breve” agli altri partiti della coalizione, anche se l’iniziativa ha già sollevato diverse critiche all’interno dello stesso partito azzurro. (Stranieri in Italia)

Il coordinatore di Forza Italia Belluno, Dario Scopel, risponde alle affermazioni del segretario provinciale della Lega, Andrea De Bernardin, sullo Ius Scholae. Scopel ribadisce che la questione non riguarda “cittadinanze a pioggia” né guerre di principio, ma una seria analisi della realtà sociale attuale, con sollecitazioni che provengono anche dal mondo delle imprese e dalla società civile. (Radio Più)