I dazi Usa non nascono per punire, ma per sopravvivere: è finito il tempo del ‘lasciar fare’

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

A volte anche i manuali di economia vengono smentiti. E quando accade, a farlo non è un professore, ma la realtà. Per anni ci hanno insegnato che il libero mercato fosse la soluzione a ogni problema. Che se lasciamo fare alle imprese, ai capitali e alle merci, tutto andrà per il meglio. La globalizzazione era vista come un treno veloce che portava sviluppo, benessere, occupazione. Ma già da qualche anno quel treno si è fermato in una stazione sbagliata. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Nel medio termine, è probabile che i dazi statunitensi continuino a generare volatilità sui mercati azionari globali. Se da un lato gli shock iniziali potrebbero attenuarsi, il protrarsi delle tensioni commerciali alimenta un clima di incertezza. (Il Messaggero)

“E probabilmente anche il cellulare del presidente e di Howard Lutnick“, il segretario al commercio, ha aggiunto. Alcuni esponenti dell’amministrazione Trump hanno difeso i dazi di Donald Trump, affermando in televisione che la mossa ha innescato un’ondata di richieste di negoziazioni da parte dei paesi colpiti dalle nuove tariffe. (Il Fatto Quotidiano)

I NUOVI DAZI Zerovirgola, la puntata del 5 aprile: Dazi, Trump e la nuova economia globale (Tgcom24)

"Vinceremo". Donald Trump è convinto che i dazi consentiranno agli Stati Uniti di completare una straordinaria "rivoluzione economica". (Adnkronos)

Secondo un'analisi pubblicata da Boston Consulting Group (BCG), il rischio di recessione negli Stati Uniti è stimato al 40% nei prossimi 12 mesi, un "forte ridimensionamento rispetto alle solide basi economiche che prevalevano all'inizio dell'anno". (Tgcom24)

E ognuno lo fa a modo suo, con reazioni rigorosamente scomposte: Stellantis ha già licenziato 900 operai americani e sospeso la produzione in Messico e Canada, Jaguar Land Rover (che non produce nulla negli States) ha bloccato le esportazioni di auto oltreoceano, Ferrari ha aumentato i prezzi del 10% di alcuni modelli, mentre BMW ha “tranquillizzato” gli americani che non ci saranno aumenti fino a maggio. (Motor1.com Italia)