Alcuni esponenti dell’amministrazione Trump hanno difeso i dazi di Donald Trump, affermando in televisione che la mossa ha innescato un’ondata di richieste di negoziazioni da parte dei paesi colpiti dalle nuove tariffe. “Abbiamo 50 paesi che stanno bruciando le linee telefoniche della Casa Bianca“, ha detto la segretaria all’agricoltura Brooke Rollins alla Cnn. “E probabilmente anche il cellulare del presidente e di Howard Lutnick“, il segretario al commercio, ha…
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Approfondimenti:
I NUOVI DAZI Zerovirgola, la puntata del 5 aprile: Dazi, Trump e la nuova economia globale L'introduzione dei dazi Usa e il futuro del commercio globale. Con Salvatore Rossi economista già Dir.Gen. Bankitalia e Roberto Sommella Direttore MF
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Gli effetti concreti dei dazi di Trump potrebbero vedersi presto nelle mani dei consumatori. E uno dei prodotti che sta facendo parlare (e preoccupare) di più è l'iPhone. Nel medio termine, è probabile che i dazi statunitensi continuino a generare volatilità sui mercati azionari globali. Se da un lato gli shock iniziali potrebbero attenuarsi, il protrarsi delle tensioni commerciali alimenta un clima di incertezza.
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Si salvi chi può. E ognuno lo fa a modo suo, con reazioni rigorosamente scomposte: Stellantis ha già licenziato 900 operai americani e sospeso la produzione in Messico e Canada, Jaguar Land Rover (che non produce nulla negli States) ha bloccato le esportazioni di auto oltreoceano, Ferrari ha aumentato i prezzi del 10% di alcuni modelli, mentre BMW ha “tranquillizzato” gli americani che non ci saranno aumenti fino a maggio.
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"Vinceremo". Donald Trump è convinto che i dazi consentiranno agli Stati Uniti di completare una straordinaria "rivoluzione economica". Le prime tariffe del 10% sono entrate in vigore, il 9 aprile toccherà alle altre, comprese quelle al 20% applicate all'Unione Europea e all'Italia. Se la Cina ha reagito con un provvedimento speculare a quello americano, colpendo Washington con dazi del 34%, l'ipotesi di negoziati con la Casa Bianca comincia a farsi largo tra le opzioni di…
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L'introduzione dei dazi reciproci sta mettendo a serio rischio la stabilità dell'economia americana che fino a poco tempo fa mostrava fondamentali solidi. Secondo un'analisi pubblicata da Boston Consulting Group (BCG), il rischio di recessione negli Stati Uniti è stimato al 40% nei prossimi 12 mesi, un "forte ridimensionamento rispetto alle solide basi economiche che prevalevano all'inizio dell'anno".
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A volte anche i manuali di economia vengono smentiti. E quando accade, a farlo non è un professore, ma la realtà. Per anni ci hanno insegnato che il libero mercato fosse la soluzione a ogni problema. Che se lasciamo fare alle imprese, ai capitali e alle merci, tutto andrà per il meglio. La globalizzazione era vista come un treno veloce che portava sviluppo, benessere, occupazione. Ma già da qualche anno quel treno si è fermato in una stazione sbagliata.
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Giocattoli senza batterie, vernici meno costose, imballaggi più economici: le aziende di beni di consumo degli Stati Uniti, in particolare quelle che fanno affidamento sulle fabbriche cinesi, studiano stratagemmi per evitare di aumentare i prezzi di vendita dei loro prodotti in seguito all’introduzione dei dazi commerciali da parte dell’amministrazione di Donald Trump. Kimberly Kirkendall, presidente della società di consulenza per la supply chain dell’International resource development, ha incoraggiato le imprese statunitensi…
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Il «giorno della liberazione» porta con sé (il 3 aprile) un tonfo sui mercati con rari precedenti, con i listini europei che bruciano 422 miliardi e Wall Street che ne perde 2.000. Vale la pena però ricordare che, già nel sondaggio di Bank of America, per il 90% degli investitori le azioni Usa sono sopravvalutate; e che, se nel 2024 i fondi azionari avevano mosso verso l’Europa 12 miliardi e verso gli Stati uniti 100, da febbraio a marzo il flusso si è rovesciato, con meno di 3 miliardi nella borsa americana e…
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