Il film della settimana: «Anora», la recensione e dove vederlo
È una bella ventata di aria fresca il nuovo film di Sean Baker, che dopo averci raccontato l’America più marginale nei tre film precedenti (Tangerine, The Florida Project, The Red Rocket), vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes con un film che si confronta con un genere (la commedia romantica) per chiedersi (e chiederci) se le favole possano ancora esistere anche al di fuori della macchina dei sogni hollywoodiana. (Corriere Fiorentino)
La notizia riportata su altri giornali
È uscito al cinema Anora di Sean Baker, film vincitore della Palma d'Oro a Cannes 2024: scopri come'è. (Style - Moda Uomo del Corriere della Sera)
giudizio: 4 su 5 ANORA di Sean Baker Se per caso vi capitasse di incrociare in tv l’ennesima replica di Pretty Woman (1990), la più celebre rom-com di Hollywood dell’ultimo mezzo secolo insieme a La La Land, provate a chiedervi: che film farebbe oggi, a distanza di quasi 35 anni, il regista Garry Marshall, per aggiornare storia, dialoghi e romanticume annesso? Forse farebbe uguale-uguale a Sean Baker con Anora. (Corriere della Sera)
Il regista e l'attrice hanno dato vita a uno dei film più belli dell'anno, premiato a Cannes con la Palma d'Oro: tra commedia e dramma, una storia indimenticabile. In sala. (Movieplayer)
Mikey Madison è Anora nel nuovo film di Sean Baker Prometteva fuoco e fiamme e così è stato. Anora, il nuovo film di Sean Baker, tra i cineasti più controversi, provocatori e maligni della sua generazione, è una comedy che mette alla berlina il mito del Principe Azzurro moderno, i nuovi ricchi dell'Est, che ci parla bene o male dell'oggettificazione femminile come nessun altro aveva pensato o proposto recentemente. (Today.it)
A volte un prestigioso premio a un altrettanto prestigioso festival (una Palma, un Leone, un Orso) crea notevoli aspettative e può capitare che all’uscita in sala per molti spettatori la curiosità diventi quasi una delusione, che il film comunque non meriterebbe. (ilgazzettino.it)
Ci è sembrato nuovo e al contempo in dialogo con forme di cinema del passato. C'era qualcosa che ci ha ricordato le strutture classiche di Lubitsch o Howard Hawks, e poi ha preso una direzione completamente sincera e inaspettata. (Movieplayer)