Il timore del governo per uno stallo. "O tiene l'accordo o viene giù tutto"
Lo stallo sulla futura composizione della Commissione europea è destinato a durare almeno fino alla metà della prossima settimana. Il giorno della verità è ancora lontano e nel governo italiano si tengono vivi i contatti con Bruxelles. In particolare Antonio Tajani rassicura i partner di governo sulla tenuta del Ppe, anche perché, spiegano, «o tiene l’accordo o viene giù tutto il castello». Sotto traccia Ursula von der Leyen sta lavorando a una mediazione che inevitabilmente prevede il via libera incrociato alle nomine di Raffaele Fitto e della socialista spagnola Teresa Ribera (il Giornale)
Su altre fonti
Anzi. Il testo sulla deforestazione, ai voti dell’aula del Parlamento europeo oggi a Bruxelles per la scelta di rimandarne l’attuazione di un anno, è l’occasione per un nuovo stra… (L'HuffPost)
"Abbiamo visto che la leadership del Ppe è disposta a mettere a rischio la stabilità delle istituzioni Ue in un clima geopolitico difficile, rompendo l'accordo politico delle forze democratiche filo-europee nel Parlamento europeo per amore di un'agenda distruttiva del Pp spagnolo che attacca la vicepresidente esecutiva designata Teresa Ribera, cercando di farne un capro espiatorio per la sua incapacità di gestire le inondazioni di Valencia. (Gazzetta di Parma)
Non è che la seconda maggioranza Ursula, quella allargata ai Verdi che ha votato nel luglio scorso la rielezione di von der Leyen, stia morendo. Non è mai nata. Anche se, grazie a qualche gioco di prestigio, la Commissione passasse fortunosamente il voto dell’europarlamento, fissato per il prossimo 27 novembre, sarebbe solo una nuova finzione. (il manifesto)
“Lo scontro tra le forze politiche in Europa è drammatico. I popolari fanno prevalere logiche di carattere nazionale". (Civonline)
Ma accuse reciproche (in larga parte strumentali) rischiano davvero di far saltare il varo. Fase tattica, certo. (il Giornale)
Non si placano le tensioni tra i gruppi della maggioranza Ursula, sfociate nuovamente ieri nella votazione sulla proposta (della Commissione) di rinviare di un anno l’applicazione della legge sulla deforestazione: è stata approvata con alcuni emendamenti grazie al voto del Ppe e delle destre, contrari socialisti e verdi, divisi i liberali. (La Stampa)