Caos alla Wada, forse ha mandato a Parigi anche atleti dopati

Caos alla Wada, forse ha mandato a Parigi anche atleti dopati Il New York Times: database in panne prima dei Giochi, persi i dati di 2.000 casi e i test antidoping di quasi 1.000 presunti dopati Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – Sinner in campo, a Pechino, fa finta di nulla. Vince, va in semifinale. Ma fuori la bufera dell’antidoping non cala d’intensità. Al centro c’è proprio la Wada, l’agenzia mondiale antidoping che ha fatto ricorso al Tas contro l’assoluzione del numero uno del mondo del tennis (Dire)

Ne parlano anche altri media

Non si raggiunge per caso la prima posizione del ranking mondiale del tennis se non si posseggono delle qualità fenomenali, impossibili anche soltanto da immaginare per una persona normale. (La Gazzetta dello Sport)

Sono le parole di un visibilmente provato Jannik Sinner nella conferenza stampa tenuta al termine del match vinto contro Lehecka nei quarti di finale dell'Atp 500 di Pechino: " È un momento duro per tutti noi , siamo dispiaciuti di essere nuovamente in questa situazione. (Tuttosport)

L’ex campionessa ceca diventata statunitense in un tweet al veleno ha espresso tutta la propria delusione per la decisione dell’Agenzia mondiale antidoping e per il sistema, che a suo dire non funziona affatto. (LiveTennis.it)

La Wada perde la faccia. Sinner vince a testa alta

Navratilova ha definito la WADA "un caos". (Tiscali)

Una multinazionale da 50 milioni di dollari l'anno tra premi, sponsor, introiti dei tornei e i super contratti degli sponsor (Gucci, Rolex, ma anche Alfa Romeo, Intesa Sanpaolo, Fastweb). Inevitabile che Jannik Sinner, il tennista numero uno al mondo, anche per la sua difesa nel caso doping si sia rivolto ai migliori. (ilmessaggero.it)

Non si sa se ce l'abbia più la Wada con Jannik Sinner o gli americani con la Wada. Fatto sta che, mentre il numero uno al mondo continua a tritare avversari (ieri ha vinto 6-2, 7-6 contro Lehecka approdando in semifinale a Pechino contro la sorpresa di casa Bu), negli Usa stanno spaccando il capello in quattro per dimostrare che l'ente mondiale antidoping è ormai alla frutta. (il Giornale)