Gaza, padre Romanelli: “Noi non vogliamo lasciare la nostra parrocchia"

Gaza, padre Romanelli: “Noi non vogliamo lasciare la nostra parrocchia
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Vatican News - Italiano ESTERI

Roberto Cetera – Città del Vaticano «Non c’è pausa, giorno e notte, dal rumore degli elicotteri e delle bombe» dice a «L’Osservatore Romano» padre Gabriele Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. «I rumori provengono dalla zona a nord-ovest del nostro sito, verso Jabalia e Shita, in quest’ultima vivevano ancora alcune famiglie cristiane. Ma ora lì c’è stato l’ordine tassativo di evacuazione. (Vatican News - Italiano)

La notizia riportata su altre testate

Una grave situazione che suscita apprensione anche per la sorte della comunità cristiana rifugiata nella parrocchia della Sacra Famiglia, che si trova a pochi chilometri ormai dall’avanzata delle truppe israeliane. (Vatican News - Italiano)

(DIRE) Roma, 11 nov. – Cinquecento persone. Rifugiate, accucciate, stese per terra, “in ogni angolo del complesso”, da oltre 13 mesi, più di 400 giorni. “Dormono, vivono, esistono” dice padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza City. (PRESSENZA – International News Agency)

Un progetto che rientra nell'alveo dei cosiddetti accordi di Abramo del 2020, ovvero gli accordi di normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e parte del mondo arabo, in particolare Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco. (Today.it)

L’ala dura dell’esercito: “Affamiamo Gaza”

«Se sei un soldato o un ufficiale, un coscritto, un professionista o un riservista, sei obbligato a rifiutarti di prendere parte a qualsiasi azione che rappresenti un crimine di guerra». Può sembrare quasi un’ovvietà. (Avvenire)

Nell’ufficio del generale Giora Eiland a Raanana, a Nord di Tel Aviv, c’è una lavagna dove ha disegnato uno schema. A sinistra della lavagna la Striscia di Gaza, divisa dal corridoio Netzarim, sotto controllo israeliano, e a destra le alternative su come condurre le forze armate alla fine della guerra. (La Stampa)