Libano, il reportage. “Neonati, vecchi: in fuga dai raid nessuno sa chi vive e chi muore”

Sarah sarebbe dovuta tornare sui banchi di scuola la settimana scorsa. Ma il 24 settembre, martedì, è da sfollata, e non da alunna, che la sedicenne libanese è entrata in un’aula dell’Istituto tecnico Dekwaneh di Beirut. Ormai vive qui, insieme alla sua famiglia e ad altri parenti, una dozzina di persone in tutto. La stanzetta … (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

In migliaia … Lunghe colonne di mezzi dell’esercito pattugliano in via precauzionale i principali viali della città per evitare un precipitare delle tensioni tra la popolazione. (Il Fatto Quotidiano)

Il lungomare dello struscio e delle coppiette, una delle strade più chic del Medio Oriente è diventato l’ultimo luogo sicuro di chi è dovuto scappare da Sud. «Dormiremo ancora in strada questa notte, abbiamo chiesto aiuto ma sia le scuole che le moschee sono piene ormai». (Corriere della Sera)

In un ribaltamento storico, migliaia di libanesi e siriani cercano oggi rifugio in una Siria instabile, segnando un drammatico cambio di direzione rispetto agli anni passati, quando erano i siriani a cercare scampo in Libano. (Inside Over)

Libano nel caos, religiosi e associazioni mobilitati per la popolazione civile

«Io non voglio la guerra ma se ti danno uno, due, tre schiaffi cosa fai?». JEZZINE (SUD LIBANO) — Kareem qui ci veniva da turista. (la Repubblica)

Monsignor Mounir Khairallah, vescovo maronita di Batroun, è giunto a Roma per partecipare ai lavori del Sinodo e incontrare papa Francesco, ma il suo pensiero è rivolto alla sua diocesi colpita dai bombardamenti israeliani. (Famiglia Cristiana)

La comunità internazionale si interroga, mentre si moltiplicano le critiche e lo sdegno nei confronti dell’amministrazione di Benjamin Netanyahu, invisa agli osservatori più sensibili. Ne sono certe le associazioni umanitarie e le congregazioni religiose che operano sugli scenari di guerra e hanno a cuore la sorte della popolazione inerme, in una terra che ha patito più di altre le conseguenze di sanguinosi conflitti passati. (L'Unione Sarda.it)