Beirut, una città in fuga

01/10/2024 - Tra gli sfollati di Beirut, che dormono in strada, Aysha e sua nipote Fatima rappresentano un esempio emblematico della disperazione che ha colpito la città. La Corniche di Beirut, un tempo luogo di passeggio e ritrovo per coppiette, è ora l'ultimo rifugio sicuro per chi è dovuto scappare dal Sud. Aysha, rassegnata, racconta di come abbiano chiesto aiuto, ma le scuole e le moschee sono ormai piene. Fatima, seduta su un materassino di gomma troppo sottile per riparare dall'umido e dal dolore, mangia una merendina lasciata da un passante.

La situazione in Libano è precipitata rapidamente, con i combattimenti tra Israele e Hezbollah che hanno reso la vita delle persone un vero inferno. Circa 60 famiglie sciite sono state costrette a rifugiarsi in un hotel abbandonato a pochi chilometri a nord di Nabatiyeh, una roccaforte dell'organizzazione para-militare vicina all'Iran. Queste famiglie, provenienti da villaggi in prossimità del confine con Israele, hanno trovato rifugio in condizioni precarie, lontane dalle loro case.

Dopo sette giorni di bombardamenti e l'avvio della campagna di terra, la situazione umanitaria in Libano è drammatica. La Direttrice generale dell'Unicef, Catherine Russell, ha espresso profonda preoccupazione per il rapido deterioramento delle condizioni di vita. Nell'ultima settimana, almeno 80 bambini sono stati uccisi negli attacchi, mentre altre centinaia sono rimasti feriti. La brutalità del conflitto ha lasciato un segno indelebile sulla popolazione civile, costretta a vivere in condizioni di estrema precarietà.

La testimonianza di Aysha e Fatima è solo una delle tante storie di sofferenza e resilienza che emergono da questa crisi. La loro esperienza, vissuta sulla Corniche di Beirut, rappresenta un microcosmo della tragedia che sta colpendo l'intero paese. La guerra, con la sua ferocia, ha trasformato luoghi di vita quotidiana in scenari di desolazione e paura, costringendo migliaia di persone a cercare rifugio in condizioni disperate.