Dalla difesa dell'utero in affitto ai diritti dei migranti: chi è il giudice del ricorso contro il decreto Paesi sicuri
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Vicino a Magistratura democratica, sulla cui rivista ha scritto più volte; sensibile alle tematiche Lgbt e favorevole all'utero in affitto, cui dichiarò di aver fatto personalmente ricorso; sensibile alle tematiche dei diritti dei migranti, su cui di recente si è esercitato anche come relatore in un convegno organizzato da (Secolo d'Italia)
Se ne è parlato anche su altri media
La premier difende il protocollo d’intesa con Tirana, definendolo una soluzione efficace per gestire i flussi migratori, attirando l’attenzione dell’Europa, sottolineando inoltre come la sua strategia stia funzionando malgrado un marcato ostracismo. (Virgilio Notizie)
Il passaggio sulla Germania nazista c'è, ma è stato strumentalizzato da media e politici. È questo il sunto del discorso dei tre giudici di Bologna che hanno rinviato il decreto Paesi sicuri alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. (Liberoquotidiano.it)
Arriva l’annuncio su uno degli obiettivi di mercato del Napoli: anche la Juve è pronta a fare sul serio per la sorpresa della Serie A. Le parole di Giuntoli non lasciano dubbi. (Spazio Napoli)
BOLOGNA – Come va interpretata la norma sulla lista dei paesi sicuri definiti dal governo e in vigore dallo scorso 24 ottobre? O meglio, prevale la norma europea o quella nazionale? E’ possibile disapplicare la norma nazionale sui paesi sicuri? Sono queste le domande che il tribunale di Bologna ha fatto alla Corte di giustizia dell’Unione europea partendo da un caso specifico per il quale ha sosp… (La Repubblica)
"Le argomentazioni con le quali il tribunale di Bologna chiede di disapplicare l’ennesima legge italiana è stato visto da molti più come un volantino propagandistico che un atto di tribunale. Se continuiamo così sarò io a chiedere che gli italiani qui non possano sbarcare, perché l’Italia non è un Paese sicuro, seguendo questo ragionamento". (il Resto del Carlino)
Il giudice, chiamato a pronunciarsi sul caso di un cittadino bengalese richiedente asilo, ha deciso di sospendere il procedimento e di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea per chiarire se la normativa italiana sui “paesi sicuri” sia conforme ai principi comunitari. (Nicola Porro)