Carceri, misure coraggiose per uscire dall’emergenza

Il sistema detentivo in Italia è ormai da decenni al collasso. I numeri ancora una volta evidenziano come nel nostro Paese i detenuti scontino una doppia pena: quella prevista dal codice penale e quella perpetrata attraverso modalità di detenzione lesive dei principi del diritto e della dignità umana, come più volte richiamato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Al 3 giugno 2024 erano 61.480 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.234 posti, 2.682 le donne presenti, 22 i bambini in carcere con le loro madri, 532 i minorenni reclusi. (Avanti Online)

Ne parlano anche altri media

«Il ventesimo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione ha per titolo “Nodo alla gola”. Ci sarebbe piaciuto titolarlo diversamente usando altre parole come innovazione, modernità, riforme, solidarietà, empatia, speranza, fraternità, dignità, normalità, socialità, responsabilità, autonomia, rispetto, affettività, sessualità. (Volere la luna)

Questa situazione è drammatica per i detenuti, già 61 i suicidi nelle carceri italiane nel 2024, e per gli agenti di polizia penitenziaria, in numero non adeguato e sottoposti a stress e rischi di aggressione intollerabili. (Potenza News )

La conta ad oggi, sabato 3 agosto, si ferma a 61 suicidi accertati tre i detenuti, uno ogni tre giorni circa. Se il drammatico ritmo non dovesse fermarsi, a fine anno il rischio è di arrivare a livelli peggiori di quelli dell’ultimo biennio. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Carceri. Governo Meloni rafforza misure per personale

Non si possono affrontare settorialmente i problemi facendo un’amnistia o un indulto, perché il problema non è dato dalla costruzione di nuove carceri o dalle misure alternative alla detenzione”. (Il Fatto Quotidiano)

La situazione delle carceri italiane versa in condizioni di emergenza da molto tempo e sembra continuare a peggiorare, come dimostra il XX rapporto dell’associazione Antigone presentato qualche giorno fa, e il primo fattore di allarme ‒ certificato dagli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Giustizia riferiti al 30 giugno scorso ‒ è il cronico sovraffollamento, che si attesta intorno al 120% (con picchi in alcuni istituti di oltre il 200%). (Vatican News - Italiano)

“Come anche di recente ricordato dal Presidente Mattarella, il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, non va trasformato in palestra criminale; per questo sin dall’inizio del nostro insediamento, il mondo penitenziario, nel suo complesso, è stato oggetto di altissima priorità. (PRP Channel)