Patto di Stabilità, per l’Italia piano in 7 anni per ridurre il debito. Nel 2041 scenderà al 115% del Pil

Lo sforzo che l’Italia dovrà fare per mettere il debito pubblico su un sentiero discendente come richiesto dalle regole del nuovo Patto europeo, è importante. Ma sostenibile. Quello che accadrà a partire da domani, da quando la Commissione europea trasmetterà all’Italia la “traiettoria” che la spesa pubblica dovrà seguire nei prossimi sette anni, è stato spiegato con un’analisi dettagliata dall’Upb, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio presieduto da Lilia Cavallari e che ieri ha presentato la sua relazione annuale nel decennale della sua istituzione. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

E l’effetto negativo del cosiddetto drenaggio fiscale, cioè l’incremento del prelievo per effetto dell’inflazione, più che compensa quello positivo determinato dalle modifiche normative: a parità di potere di acquisto, nel 2024 i lavoratori dipendenti senza carichi familiari pagano aliquote medie generalmente superiori a quelle che pagavano nel 2014. (Il Fatto Quotidiano)

Gli analisti dell’Upb mettono a confronto il reddito disponibile oggi con quello del 2014, a parità di potere d’acquisto. Il risultato è il conto dell’impatto reale di un decennio avviato dal Bonus Renzi da 80 euro, passando per quello da 100 del Governo Conte-2, proseguendo con le quattro aliquote di Mario Draghi poi ridotte a tre dal Governo Meloni. (R101)

La motivazione principale - come indicato dall’ultimo report dell’Ufficio parlamentare di bilancio - è che il fiscal drag, una delle conseguenze dell’inflazione, ha più che annullato tutte le misure degli ultimi anni che miravano, al contrario, a ridurre il carico fiscale per i lavoratori italiani, come la decontribuzione attualmente in vigore per le retribuzioni entro i 35 mila euro. (quoted business)

Manovra, dal taglio del cuneo al bonus mamme: le misure a rischio

Il Governo a più riprese ha confermato che le due misure portanti della manovra 2024, vale a dire l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35 mila euro saranno confermate nel 2025. (Il Sole 24 ORE)

Per l'Italia, che ha un prodotto interno lordo nominale di circa 2mila miliardi, questo dovrebbe significare tagli di almeno 10 miliardi l'anno nel bilancio pubblico. (Today.it)

Servono più di 18 miliardi per confermare nel 2025 una serie di aiuti. Se non si troveranno la busta paga di milioni di dipendenti diventerà più leggera, non ci sarà il taglio dell'Irpef deciso l'anno scorso e nemmeno lo sgravio per le mamme lavoratrici con due figli o quello per la spesa per le famiglie in difficoltà. (Sky Tg24 )