L'impatto della procedura di infrazione dell'Ue sul sistema fiscale italiano

Il governo Meloni ha confermato che nel 2025 manterrà l'attuale sistema dell'Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35mila euro. Tuttavia, la recente procedura di infrazione avviata da Bruxelles a causa di un deficit eccessivo e le nuove regole del Patto di stabilità riformato complicano il cammino verso la prossima legge di Bilancio più di quanto previsto.

Nel Documento di economia e finanza, si prevede che i 4,3 miliardi di entrate in meno, dovuti all'adozione dell’Irpef a tre aliquote quest'anno, possano essere compensati per 3,8 miliardi nel 2025 tramite il fondo per l’attuazione della delega fiscale.

Pochi gli spazi di manovra per la Legge di Bilancio 2025. Tra la procedura Ue per deficit eccessivo all’Italia e i conti pubblici su cui pesa il macigno Superbonus, gli analisti si aspettano una stretta sulle misure introdotte negli anni precedenti e che potrebbero non essere rifinanziate o rimodulate. Si va dal taglio del cuneo fiscale fino ai bonus per lavoratori e imprese.

Cosa succede e cosa cambia dopo la procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea contro l'Italia? In termini pratici, l'apertura di una procedura di infrazione significa che il governo di Giorgia Meloni dovrà ridurre il rapporto tra deficit e Pil dello 0,5% l'anno. Per l'Italia, che ha un prodotto interno lordo nominale di circa 2mila miliardi, questo dovrebbe significare tagli di almeno 10 miliardi l'anno nel bilancio pubblico.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo