Irpef e taglio al cuneo, cosa succede dopo la procedura di infrazione Ue?

Irpef e taglio al cuneo, cosa succede dopo la procedura di infrazione Ue?
Il Sole 24 ORE INTERNO

Il Governo a più riprese ha confermato che le due misure portanti della manovra 2024, vale a dire l’Irpef a tre aliquote e la decontribuzione per i redditi fino a 35 mila euro saranno confermate nel 2025. Ma il combinato della procedura di infrazione appena avviata da Bruxelles per disavanzo eccessivo e del nuovo set di regole che fanno parte del Patto di stabilità riformato rendono il percorso verso la prossima legge di Bilancio alquanto impervio. (Il Sole 24 ORE)

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Introduzione Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio ci vorranno circa 18 miliardi per confermare nella prossima manovra alcuni degli interventi finanziati solo per quest’anno. La somma arriverebbe però a quota 20 nel caso in cui si puntasse anche a spese di solito inserite nelle politiche invariate, come il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. (Sky Tg24 )

Lo calcola l’ Upb ( Ufficio parlamentare di bilancio ) nel suo Rapporto annuale, spiegando che, aggiungendo a tale importo anche altre spese solitamente inserite nelle politiche invariate, quali per esempio gli oneri per il prossimo triennio contrattuale dei dipendenti pubblici (2025-27), l’impatto complessivo sull’indebitamento netto potrebbe superare quello indicato nel Def, di poco inferiore ai 20 miliardi. (Il Sole 24 ORE)

I redditi compresi tra i 10.000 ed i 30.000 euro si ritrovano a dover affrontare una riduzione del reddito disponibili – rispetto al 2014 – di un importo che oscilla tra i 96 euro per quanti percepiscono dei 15.000 euro l’anno e 351 euro per quanti si avvicinano alla soglia dei 25.000 euro. (Finanza.com)

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Gli analisti dell’Upb mettono a confronto il reddito disponibile oggi con quello del 2014, a parità di potere d’acquisto. Il risultato è il conto dell’impatto reale di un decennio avviato dal Bonus Renzi da 80 euro, passando per quello da 100 del Governo Conte-2, proseguendo con le quattro aliquote di Mario Draghi poi ridotte a tre dal Governo Meloni. (R101)

La motivazione principale - come indicato dall’ultimo report dell’Ufficio parlamentare di bilancio - è che il fiscal drag, una delle conseguenze dell’inflazione, ha più che annullato tutte le misure degli ultimi anni che miravano, al contrario, a ridurre il carico fiscale per i lavoratori italiani, come la decontribuzione attualmente in vigore per le retribuzioni entro i 35 mila euro. (quoted business)