Il narcotraffico dei clan delle Preserre vibonesi coperto dall’import-export di prodotti alimentari: «Affari in Italia ed Europa»

Il prosecco da Torino e lo stocco dalla Calabria erano soltanto scuse: la cosca Maiolo di Acquaro utilizzava l’import-export come «copertura»; in realtà i viaggi per smerciare prodotti alimentari servivano a trovare appoggi per il… (Il Vibonese)

Ne parlano anche altri giornali

Tredici persone sono finite in carcere e una ai domiciliari nell'ambito di una indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Ros e del Comando.. (Virgilio)

Fa luce anche sulla c.d. La strage e’ avvenuta il 25 ottobre 2003 quando sono stati uccisi in un agguato mafioso Francesco e Giovanni Gallace, titolari di un’impresa di movimento terra che stava effettuando dei lavori nella frazione Ariola del comune di Gerocarne, nelle Preserre vibonesi. (Il Dispaccio)

Sono accusati di un triplice omicidio commesso il 25 ottobre del 2003 a Gerocarne , alcune delle 14 persone arrestate stamani nell’ambito di un’operazione condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di Catanzaro. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

’Ndrangheta - L’import-export di prodotti alimentari come «copertura» per il narcotraffico: gli affari di droga dei clan delle Preserre vibonesi

Import-export e punti vendita: le società create dalla cosca per inquinare il settore e alterare la concorrenza. Per il gip il vino veniva imposto ai titolari di alcuni bar del Vibonese Affari sporchi (LaC news24)

Come leggiamo nelle oltre 1’200 pagine dell’inchiesta, “costituiva - per gli inquirenti - un solido e fidato punto di riferimento del gruppo, quale rappresentante degli interessi di uno dei boss della cosca in Svizzera, principalmente per quanto concerneva l’individuazione di clienti disponibili ad acquistare da lui prodotti reperiti in Calabria o Piemonte e successivamente trasportati in Svizzera. (RSI.ch Informazione)

Il prosecco da Torino e lo stocco dalla Calabria erano soltanto scuse: la cosca Maiolo di Acquaro utilizzava l’import-export come «copertura»; in realtà i viaggi per smerciare prodotti alimentari servivano a trovare appoggi per il narcotraffico. (LaC news24)