Le elezioni in Europa e quelle negli Stati Uniti

Le elezioni in Europa e quelle negli Stati Uniti
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Gazzetta di Parma ESTERI

È probabile che questo 2024 assuma nella storia un rilievo speciale, visto l’assieparsi di novità italiane, europee, extraeuropee e che tra agosto (Democratic Party Convention) e novembre le elezioni del presidente degli Usa segneranno la loro data nella storia. Intanto, l’ultima notizia, di poche ore, fa riguarda l’Iran, uno «stato canaglia», nel quale il deputato riformista ed ex ministro della Sanità Massoud Pezeshkian (noto chirurgo con esperienze internazionali) ha vinto il ballottaggio presidenziale e sarà quindi il IX° leader della repubblica. (Gazzetta di Parma)

La notizia riportata su altre testate

Nel podcast vi proponiamo le opinioni di Nathalie Tocci, Direttore dello IAI, sugli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina, sulle elezioni in Francia e nel Regno Unito e sulle presidenziali in Usa espresse nello speciale di RadioRadicale “Spazio Transnazionale”, curato e condotto da Francesco De Leo. (Affarinternazionali)

Traguardo, ovviamente, impossiile oggi. Una volta attuato il piano di alleanza fra Macron e la sinistra, i lepenisti avrebbero avuto bisogno del 51 per cento dei voti per avere la maggioranza dei seggi. (ROMA on line)

Le competizioni elettorali possono portare al cambiamento e alla trasformazione della leadership politica di un Paese, consentendo ai cittadini di esprimere la propria voce attraverso il voto. Le elezioni sono cruciali per il funzionamento di una democrazia e rappresentano un momento importante per la partecipazione politica dei cittadini. (La Stampa)

L'editoriale/ Le scosse in Europa e il plenum cinese

Quest’ultimo pericolo è stato per il momento scongiurato dalla straordinaria, eroica, mobilitazione della sinistra francese. (il manifesto)

Il suo ritiro potrebbe aiutare quel gaglioffo e bugiardo golpista Donald Trump. Il Vicino Oriente c'è solo da inorridire. (Corriere TV)

Cominciamo da quello che è accaduto proprio il primo luglio, cioè il giorno della sentenza della Corte Suprema americana che, sostanzialmente, ha reso il presidente non perseguibile per qualsiasi tipo di reato compiuto nell’esercizio delle sue funzioni. (ilmessaggero.it)